Giuseppe Graziosi

Graziosi Giuseppe

Savignano sul Panaro - Modena 1879 / Firenze 1942

Pittore, Scultore, Incisore, Fotografo
Biografia

da A. M. Comanducci ediz 1962
Nato a Savignano sul Panaro (Modena) il 25 gennaio 1879, morto a Firenze il 2 luglio 1942. Trattò tutti i generi della pittura, con tutte le tecniche, e insegnò scultura all'Accademia di Brera: anzi nell'ambiente artistico è più noto come scultore. Dopo aver studiato a Modena con Giuseppe Gibellini ed a Firenze, dove fu amico e compagno di scapigliatura di Oscar Ghiglia, Ardengo Soffici, Enrico Sacchetti e di Libero Andreotti, con Augusto Rivalta si recò a Parigi dove rimase alcuni anni. Nelle sue opere infatti non manca l'influenza degli impressionisti francesi. Esordì nel 1903 a Venezia e da allora vi espose ininterrottamente, sia come pittore che come scultore. I suoi quadri "Dopo la cena" e "La lupa" si trovano nella Galleria d'Arte Moderna di Roma. Altri lavori: "La zia Luigia"; "Mattino"; "Campanaro"; "Mercato"; "La Chiesa della Salute"; "Trabaccoli", tutti esposti alla Primaverile Fiorentina del 1922; "Di notte"; "La pace"; "Alla fiera"; "La stalla"; "La danza del mosto"; "Mio figlio"; "Occupazioni domestiche"; "Interno"; "Ballo"; "Colazione sull'erba"; "La Piazza Grande a Modena"; "La cena"; "Meriggio" e "Riposo" tutti esposti alle Biennali Veneziane con molte acqueforti. Nel 1924 a Venezia, in una sala a lui riservata, presentò, oltre alle opere di scultura, tredici acqueforti e quattro litografie. La VII Quadriennale Romana (1956) gli allestiva una commemorativa, nella quale figuravano oltre a varie sculture quattro lavori a colori. Sul catalogo ufficiale lo presentava con note critiche Ardengo Soffici.

E' vincitore del Premio Principe Umberto alla Esposizione Nazionale di Brera nel 1916, con la scultura in gesso "Bagnante".

 
 
da Le Biennali di Venezia - Esposizione 1924

di Nello Tarchiani

Giuseppe Graziosi espone a Venezia da vent'anni, come scultore, pittore, acquafortista. Apparve nel 1903; e nel 1905 si affermò gustoso e originale plasticatore con bronzetti e terrecotte di audace impressionismo; ma nel 1907 con la "Moglie di Putifarre", e nel 1912 con "La Lupa" (ora nella Galleria Moderna di Roma) dimostrò di volersi riattaccare alla grande tradizione nazionale. Oggi si presenta quasi esclusivamente come scultore . appena in alto, un fregio di stampe - tra le quali alcune della Via Crucis, così suggestive nell'ardito sbattimento delle luci nell'ombra - quasi commento all'opera dello statuario. Nato a Savignano sul Panaro, dopo aver studiato a Modena ed a Firenze - ove fu degli scapigliati con Oscar Ghiglia e Ardengo SofficiEnrico SacchettiLibero Andreotti - fece la allora consueta sosta a Parigi. E qui più assai che in Italia lo sedusse l'impressionismo, che originalmente assimilò come pittore, mentre nello scultore si accentuava la derivazione da Paolo Troubetzskoy e magari dai ceramisti da Copenaghen, e v'era un riflesso di Auguste Rodin, di Constantin Meunier, di Medardo Rosso. Ma l'antico studio dei modelli classici, l'amore agli italiani del 500 e del 600, il culto per Jacopo della Quercia, gli servivano di freno: anche quando sembrava tutto infervorato di novità, non andava oltre quel limite che sembra fissato dalla tradizione della stirpe. Ed ecco qui, accanto, ai bronzetti grotteschi modellati a colpi di stecca e tutti movimento; accanto a qualche busto, ritratto di fattura sprezzantemente sommaria, ecco un "S. Girolamo" ecco un "Trasporto di Cristo" quasi continuare la tradizione dei nostri plasticatori del sei e settecento; ecco alcuni nudi muliebri - gustosi motivi da fontana - ripetere le grazie cinquecentesche del Giambologna e dell'Ammannati. Non imitazione: continuazione, ripresa di tradizione, ancora viva e feconda. Così due dolorose figure di piangenti, chiuse nella massa severa del manto, fanno pensare alla architettura di qualche statua in legno del quattrocento; come fanno pensare lontanamente ad Jacopo della Quercia, i nudi di donna costruiti solidamente e modellati con sobrietà rigorosa magnifiche masse di volumi entro linee armoniose. Finché "Diana" sembra felicemente risolvere l'assillante problema di far rivivere le classiche forme, non come imitazione o ricostruzione archeologica, ma come vera e propria rinascita. È il problema che tormenta una folla di statuarii da Jacopo Sansovino ad Antonio Canova. Qui la giovane dea, dal corpo agile come quello di efebo - tale pur la sognarono, coi nostri cinquecentisti, i settecentisti francesi - ha un volto di classica purezza nella severa e quasi maschia squadratura delle forme: superamento delle leziosità dei classicisti fino e dopo il Canova. E in questa "Diana" l'antico impressionista, abituato ai rapidi e sommarii colpi di stecca, s'indugia paziente a modellare con castigata delicatezza il bel corpo, accarezzare quasi con timida cura la vellutata epidermide; ma nella immobilità della statua quasi irrequieta s'agita la giovinezza.

 

 

Bibliografia

A.M. Comanducci - Pittori italiani dell'Ottocento - Milano 1934
A.M. Comanducci - Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni - II ediz. Milano 1945
A.M. Comanducci - Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni e contemporanei - III ediz. Milano 1962
L. Servolini - Dizionario illustrato incisori italiani moderni e contemporanei - Milano 1955

Thieme Becker  - Kunstlerlex - 1921
C. Ratta - Acquafortisti italiani - Bologna 1928

C. Ratta - L'Arte della litografia in Italia - Bologna 1929

C. Ratta - Congedo - Bologna 1937

Enciclopedia italiana - Roma 1933

La Biennale di Venezia - 1933

Quaderni Ratta - 1932   1936

Emporium - 1904   1908   1909   1910   1914   1915   1916   1918   1920   1924   1926   1932   1933   1934   1936   1937

Galletti e Camesasca - Enciclopedia della pittura italiana

 

Catalogo XIV Esposizione Internazionale d'arte della Città di Venezia - 1924

Opere

Ballo paesano - Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza

Susanna - Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza

Processione a Venezia - Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza

Aratura - Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza

Natività - Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza

Via Crucis (Stazione IV:Cristo caricato della croce) - Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza

 



 

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