Umberto Moggioli
Moggioli Umberto
Trento 1886 / Roma 1919
Painter, Engraver
Biografia
da A. M. Comanducci
Nato a Trento il 25 giugno 1886, morto a Roma il 26 gennaio 1919.
Sovvenuto economicamente da fidenti ammiratori, per l'interessamento di Bartolomeo Bezzi potè studiare all'Accademia di Venezia, discepolo di Guglielmo Ciardi e di Augusto Sezanne.
Sotto la guida di quest'ultimo, collaborò alla decorazione della Cassa di Risparmio di Rovereto, e divenne in breve abile nella pittura a fresco.
Ma più mostrò le sue qualità personali nel paesaggio e nella figura, nelle quali ebbe modo di manifestare le sue possibilità di colorista.
Nel 1908 ordinò una mostra individuale a Ca' Pesaro in Venezia, e nel 1909 espose a quella Biennale "Sole d'inverno", in cui un insignificante angolo del Lido rivive e acquista fascino per opera dell'artista.Dopo aver partecipato anche l'anno dopo alla Internazionale, con "A Villa Glori", nel 1912 ordinò a Ca' Pesaro, un'altra personale, nella quale presentò al pubblico quattordici opere: "Paesaggi lagunari di Burano", di "San Francesco del Deserto", di "Tre Porti", quali li vedeva l'artista dalla sua casetta, sulla cui facciata una lapide lo ricorda «pittore francescano - d'acque e di stelle - d'alberi e di cieli - nella laguna deserta».
Scoppiata la prima guerra europea egli accorse volontario; ma, in seguito a malattia contratta in trincea, dovette tornare, e soggiornò sul Lago di Garda, e poi a Roma, dove morì.
Tardo riconoscimento del suo valore, le principali gallerie si assicurarono sue opere, e "Il giglio rosso" e "Primavera nel Veronese" sono nella Galleria d'Arte Moderna di Roma; "L'americanina", in quella di Milano; "Idillio primaverile", in quella di Venezia; "La moglie al sole", nella Galleria Capitolina di Roma.
Nel 1920 all'Internazionale Veneziana gli fu riservata una sala, nella quale, oltre le citate, figurarono: "San Francesco del Deserto", appartenente al sig. Everardo Gasparetti di Venezia; "Case e orti a Burano"; "Biancospino"; "Strada a Tre Porti"; "Siesta"; "La casa dell'artista"; "Mattino d'inverno"; "Pioggia a Rocca di Papa"; "I pagliai, Carpegna"; "L'aratura"; "Natura morta"; "L'eremita ortolano"; "A Villa Strohlfern".
Altri dipinti del Moggioli: "Sera a Mazzorbo"; "Cipressi veronesi"; "Il convento di San Bonaventura sul Palatino"; "Fiori sotto la pioggia".
Alla Mostra dei Quarant'anni (Venezia, 1935) eranvi esposte diciotto opere.
Fu anche sensibilissimo incisore per litografia.
Si ricordano il gruppo di 5 litografie nelle quali cercò di tradurre le sue impressioni d'un sommesso lirismo così in "Mormorio del ruscello" e nella "Fanciulla al lavoro".
Bartolomeo Bezzi (bio)
Guglielmo Ciardi (bio)
Augusto Sezanne (bio)
Nato a Trento il 25 giugno 1886, morto a Roma il 26 gennaio 1919.
Sovvenuto economicamente da fidenti ammiratori, per l'interessamento di Bartolomeo Bezzi potè studiare all'Accademia di Venezia, discepolo di Guglielmo Ciardi e di Augusto Sezanne.
Sotto la guida di quest'ultimo, collaborò alla decorazione della Cassa di Risparmio di Rovereto, e divenne in breve abile nella pittura a fresco.
Ma più mostrò le sue qualità personali nel paesaggio e nella figura, nelle quali ebbe modo di manifestare le sue possibilità di colorista.
Nel 1908 ordinò una mostra individuale a Ca' Pesaro in Venezia, e nel 1909 espose a quella Biennale "Sole d'inverno", in cui un insignificante angolo del Lido rivive e acquista fascino per opera dell'artista.Dopo aver partecipato anche l'anno dopo alla Internazionale, con "A Villa Glori", nel 1912 ordinò a Ca' Pesaro, un'altra personale, nella quale presentò al pubblico quattordici opere: "Paesaggi lagunari di Burano", di "San Francesco del Deserto", di "Tre Porti", quali li vedeva l'artista dalla sua casetta, sulla cui facciata una lapide lo ricorda «pittore francescano - d'acque e di stelle - d'alberi e di cieli - nella laguna deserta».
Scoppiata la prima guerra europea egli accorse volontario; ma, in seguito a malattia contratta in trincea, dovette tornare, e soggiornò sul Lago di Garda, e poi a Roma, dove morì.
Tardo riconoscimento del suo valore, le principali gallerie si assicurarono sue opere, e "Il giglio rosso" e "Primavera nel Veronese" sono nella Galleria d'Arte Moderna di Roma; "L'americanina", in quella di Milano; "Idillio primaverile", in quella di Venezia; "La moglie al sole", nella Galleria Capitolina di Roma.
Nel 1920 all'Internazionale Veneziana gli fu riservata una sala, nella quale, oltre le citate, figurarono: "San Francesco del Deserto", appartenente al sig. Everardo Gasparetti di Venezia; "Case e orti a Burano"; "Biancospino"; "Strada a Tre Porti"; "Siesta"; "La casa dell'artista"; "Mattino d'inverno"; "Pioggia a Rocca di Papa"; "I pagliai, Carpegna"; "L'aratura"; "Natura morta"; "L'eremita ortolano"; "A Villa Strohlfern".
Altri dipinti del Moggioli: "Sera a Mazzorbo"; "Cipressi veronesi"; "Il convento di San Bonaventura sul Palatino"; "Fiori sotto la pioggia".
Alla Mostra dei Quarant'anni (Venezia, 1935) eranvi esposte diciotto opere.
Fu anche sensibilissimo incisore per litografia.
Si ricordano il gruppo di 5 litografie nelle quali cercò di tradurre le sue impressioni d'un sommesso lirismo così in "Mormorio del ruscello" e nella "Fanciulla al lavoro".
Bartolomeo Bezzi (bio)
Guglielmo Ciardi (bio)
Augusto Sezanne (bio)