Bartolomeo Bezzi

Bezzi Bartolomeo

Fucine in Val di Sole - Trento 1851 / Cles - Trento 1923

Pittore
Biografia

da A. M. Comanducci ediz 1962
Nato a Fucine in Val di Sole (Trentino) il 6 febbraio 1851, morto a Cles l'8 ottobre 1923. A vent'anni s'inscrisse all'Accademia di Belle Arti a Milano. Nei suoi primi quadri si nota l'influenza di Filippo Carcano. Nel 1882 prese parte all'Esposizione di Roma e da allora manifestò non comune pratica di pennello. Rollins Willard in «History of Modern Italian» loda il Bezzi quale pittore di genere e di paesaggio, abile soprattutto a rendere certi evanescenti effetti di luce, quasi anello di congiunzione della scuola poetica e sentimentale veneziana con quella milanese, più nobile per la tecnica e per la forma. Visitò tutta l'Italia, la Germania e la Francia, acquistando vasta conoscenza dell'arte contemporanea. Era professore onorario delle Accademie di Bologna, Venezia e Ferrara. Dipinti: "Acqua morta", già proprietà comm. Ingegnoli col quale vinse il premio Fumagalli del 1882, "Mulini sull'Adige", acquistato dalla Galleria d'Arte Moderna di Roma; "Pescarenico", presso il principe Ruspoli; "Mattino"; "Verona"; "Giornata d'Autunno"; "Sole morente"; "Sulle rive dell'Adige", nel Museo di Trento, "Dolce e chiara la notte", nel Museo di Pittsburg; "Fantasmi sulla laguna"; "In Russia"; "Venezia che dorme", proprietà Castiglioni di Milano; "Venezia scomparsa", proprietà di un principe cinese; "Giorno di maggio", nel Museo di Napoli, col quale vinse una medaglia d'Argento all'Esposizione Universale di Parigi del 1889; "Notte di primavera", col quale conseguì una medaglia d'oro a Monaco; "Confidenze", già all'Esposizione di Milano del 1898 ed ora di proprietà dell'avv. Davide Cugini di Bergamo. Nel 1891 ebbe a Berlino una menzione onorevole con "Cles Trentino", quadro per il quale nel 1892 ottenne anche una medaglia d'oro della Pubblica Istruzione. Alla Biennale Veneziana del 1914 gli fu concessa una parete apposita nella quale figuravano nove opere. Il Bezzi sostenne, assieme a Marius Pictor la necessità di far divenire Internazionali le Biennali Veneziane e nel 1895 raggiunse finalmente il suo scopo.
 
 

da Le Biennali di Venezia - Esposizione 1895, 1897 e 1901
Nato a Fucine d'Ossana in Valle di Sole (Trentino) nel 1851; vive a Venezia.
Vinte le reluttanze d'uno zio prete, suo tutore, potè studiare all'Accademia di Milano. Ma l'artista che esercitò una profonda azione su di lui, fu Filippo Carcano. Nella sua seconda maniera, il Bezzi si fece interprete pittorico di sensazioni più sottili e più tenui. Egli tratta specialmente il paese, con visibile predilezione per gli orizzonti alpestri e per la mobilità luminosa delle acque.
Fra le sue tele accenniamo «Il mio paesello», « Sole morente», «Sulle rive dell'Adige», (Venezia, 1887), «Vigilia della sagra», (Milano, 1894), «Alto Adige», (Venezia, 1895), «Preludio della sera», (Venezia, 1897), «Venezia che dorme» e «Armonia della sera» (Venezia, 1899). Ebbe la medaglia d'oro a Monaco ed a Torino.


da Le Biennali di Venezia - Esposizione 1914
di Nino Barbantini
Bartolomeo Bezzi Nacque a Fucine in Val di Sole nel 1851.
Dal 1872 frequentò per un settennio l'Accademia di Milano.
Nel 1883 riportò un successo vivo all'Esposizione di Roma per alcuni quadri grigi soffusi di mestizia che i critici più acuti furono concordi a lodare.
Verso il 1895 parve smarrire la coscienza di se stesso lasciandosi sedurre a Venezia dalla fatua tradizione Favrettiana, ma si ritrovò presto e dopo d'allora la sua opera - sebbene fosse agitata da un'indefessa inquietudine di ricerca - è stata sempre coerente.
Il suo temperamento poetico è fatto di raccoglimento e di passione, il suo temperamento pittorico gli rivela nel colore delle cose, nelle sue vibrazioni e nei suoi rapporti, armonie e palpiti musicali.
La sua arte non deriva da quella dei paesisti di Fontainebleau, nè da quella dei paesisti di Glasgow, quantunque fino dal 1883 richiamasse a taluno il ricordo di  Jean Baptiste Camille Corot e più tardi a Venezia se ne supponesse la fonte nelle pitture degli Scozzesi.
Nel 1883 il Bezzi ignorava Corot del tutto e la sua sensibilità e il suo stile erano definitivamente costituiti prima che egli imparasse a conoscere Robert Macaulay Stevenson, James Paterson, Edward Arthur Walthon.
Il senso mistico del paesaggio, sorto nella prima metà dell'ottocento dal rinnovato amore del vero e dalla pensosità romantica e che permase tra le più caratteristiche condizioni spirituali dei secolo, stabilisce un'affinità tra il Bezzi e i maggiori paesisti stranieri, senza che diminuiscano però nell'attività dell'Italiano il valore dell'iniziativa e i segni singolari della sua personalità.
Anzi i paesaggi dipinti da lui dopo il 1900 come quelli esposti a Roma nel 1911, producevano un'impressione assolutamente eccezionale.
Del paesaggio d'alberi e d'acqua contemplato nelle ore più soavi più gravi più tristi, nei pomeriggi estatici, nei tramonti, nell'incantesimo diffuso dei plenilunii, traducevano una sensazione strana per il suo accoramento per la sua intimità per la sua febbre.
Lo stile era lirico, pieno di pacatezza e di grandiosità per gli accordi profondi dei toni, per la semplicità delle ampie masse sintetiche.
Siccome il Bezzi si è fissato di recente a Verona che fu pure il luogo della sua giovinezza, sono nate nella sua anima le memorie d'allora.
E il pittore fluviale e georgico, cedendo alla nostalgica persuasione dei ricordi lontani, ritorna ad essere il pittore della città vecchia, delle case stanche in riva al fiume avvolte di sole smorto o di ombra notturna.
Questo ritorno rende più varia e più interessante la collezione di quest'anno che rappresenta solamente l'opera recentissima del pittore, sette o otto mesi di lavoro assiduo, di fervore e di fede.


da Le Biennali di Venezia - Esposizione 1924

di Nino Barbantini
Bartolomeo Bezzi nacque a Fucine in Val di Sole il 6 Febbraio 1851 da Domenico geometra e notaio e dalla nobil donna Luigia Tarraboi. Il padre gli morì presto.
Nel '72 uno zio prete gli forni i mezzi perché potesse andare a Milano e studiare a Brera.
Proprio a quel tempo Filippo Carcano dipingeva la "Partita a bigliardo", iniziando colà un realismo più nitido e più essenziale di quella pittura troppo pittoresca e complicata opposta da Tranquillo Cremona con rapida fortuna alle maniere accademiche. Queste erano ormai sorpassate, tanto è vero che la scuola di Giuseppe Bertini continuava a produrre allievi realisti o cremoniani, o tutto insomma fuorché accademici.
A Bezzi la pittura di Carcano, fondata nella valutazione esatta dei valori e dei rapporti, garbò moltissimo, e nei suoi primi quadri l'influsso di quella pittura è manifesto.
Ma nel 1882 quando i suoi paesaggi dipinti a Verona ottennero all'Esposizione di Roma un successo vivissimo, Bezzi era già lui; e da allora questo paesista giusto e sognante, effettivamente e profondamente diverso dagli altri, fu, anche se non fece scuola, un maestro.
Sensibile e studioso, viaggiando in Italia, in Germania, a Parigi, acquistò una conoscenza dell'arte contemporanea che lo rese uomo di idee larghe, di gusto sicuro, avverso ai colleghi pigri, generoso coi giovani.
Dimorò generalmente a Milano fino al 1890, a Venezia da allora al 1912 quando passa a Verona.
Dal 1914 in poi una malattia di nervi gli impedì di lavorare. Dopo un breve periodo di miglioramento ricco di propositi, morì a Clès l'8 di ottobre dell'anno scorso.
Chi detterà la storia dei pittori italiani dei nostri tempi, quando il campo sarà sgombro di quelli che fanno troppa fortuna da vivi, scriverà il nome di Bezzi in grande.
La sua poesia raccolta e discreta, talora depressa da una vena di tristezza elegiaca che fu del resto il suo spirito, talora consolata dal candido amore dei mattini sulle acque dei laghi e sui villaggi delle riviere serene; il prestigio della sua arte istintiva e sapiente, che dall'arguta valutazione dei bianchi e dei grigi argentei nelle visioni cerule e chiare, passò facilmente a disporre grandi masse bionde di meriggi autunnali e di tramonti estuosi; riflettono con tanta passione l'eternità divina delle acque, degli alberi e dei cieli, che saranno sempre onorate ed amate.
Ma anche considerata nel suo valore storico, l'arte di Bezzi è importante.
Molti di noi si sono abituati da qualche tempo per motivi differenti a prediligere quelli tra i paesisti italiani che sono più disegnati, più esatti, più costruiti, più presenti a sè stessi; ma Bezzi coi suoi paesaggi lirici, diffusi e soffusi, talvolta accennati con grandiosa vaghezza, si ricongiunge a tradizioni nostre e gloriose, nobilissimamente.
Vero è che egli sembrò imparentarsi coi paesisti romantici francesi e con altri che derivarono da quelli, ma bisognerebbe finalmente stabilire quanta parte abbia avuta l'antica pittura italiana, specialmente la pittura veneziana, nel determinare l'arte recente di altri luoghi.
Quest'arte non risulterà certo minore per ciò, ma forse taluno dei nostri che oggi si direbbe derivato da esempi recenti e stranieri, apparirà spiegato meglio da remoti precedenti locali.
Forse allora anche Bartolomeo Bezzi, a chi considererà al di là delle sue forme esteriori l'essenza dell'arte sua, apparirà più autentico e maggiore, e invece che mezzo inglese e mezzo francese, - come si disse da giudici superficiali e male accorti - tutto veneto.

Bibliografia

A.M. Comanducci - Pittori italiani dell'Ottocento - Milano 1934
A.M. Comanducci - Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni - II ediz. Milano 1945
A.M. Comanducci - Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni e contemporanei - III ediz. Milano 1962

A De Gubernatis - Dizionario artisti italiani viventi - 1889

Thieme Becker  - Kunstlerlex - 1909

Archivio Trentino - 1907

A.R. Willard - History of modern italian Art

 

Catalogo I Esposizione Internazionale d'arte della Città di Venezia - 1895

Catalogo II Esposizione Internazionale d'arte della Città di Venezia - 1897
Catalogo IV Esposizione Internazionale d'arte della Città di Venezia - 1901

Catalogo XI Esposizione Internazionale d'arte della Città di Venezia - 1914
Catalogo XIV Esposizione Internazionale d'arte della Città di Venezia - 1924

Opere

Mattino sul lago - Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi, Piacenza



 

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