Venezia, Giudecca Ponte Sant' Angelo

Zanetti Zilla Vettore (Venezia 1864 / Milano 1946)

Tecnica: Acquerello su carta
Misure: 49cm x 85cm

Opera firmata in basso a sinistra


Vettore Zanetti Zilla

Zanetti Zilla Vettore

Zanetti Zilla Vettore (Venezia 1864 / Milano 1946)

Pittore

Vittore Zanetti Zilla
 
 
da A. M. Comanducci ediz 1962
Nato a Venezia il 21 marzo 1864, morto a Milano il 6 febbraio 1946. Studiò per poco tempo con Egisto Lancerotto e con Guglielmo Ciardi all'Accademia di Venezia, ma si può dire autodidatta, poi risiedette per quattro anni a Napoli, perfezionandosi. Natura inquieta d'artista, avida di nuove visioni, viaggiò lungamente per mezza Europa. Attraverso una indefessa e sempre più sicura elaborazione tecnica, una febbrile ricerca di raffinato esteta, è giunto al «paesaggio decorativo», ispiratogli specialmente dalla sua Venezia, e nel quale è veramente un maestro. I suoi lavori sono apprezzati in Italia ed all'estero: egli fu uno degli artisti più sovente premiati da giurie straniere, e dei quali i quadri siano più diffusi in Gallerie pubbliche e in collezioni private.
Dal 1897 prese parte per lungo tempo alle Biennali Veneziane: nell'anno suddetto, con "Poesia veneziana"; nel 1899, con "Mattino alla Giudecca", attualmente nella Galleria d'Arte Moderna di Roma; nel 1901, con "Crepuscolo"; nel 1903 con "Albeggiando"; nel 1905, con: "Sera di marzo"; "Sull'imbrunire" e "A Murano"; nel 1907, con "Rapporti" e "La casa del pittore"; nel 1909 con "Velieri" e "A Santa Fosca"; nel 1910, con due tempere: "Partenza" e "L'albero"; nel 1914, tenendovi una mostra personale di ventidue opere, tra cui: "Scirocco"; "Oleandri in fiore" e "Trabaccoli"; nel 1922, con: "Gemelli"; "Reti al sole"; "Isola Sacra", uno dei suoi migliori dipinti; "Paese dei pescatori" e "La riva"; nel 1924, con: "Lancie sulla spiaggia"; "Salata" e "Ore quiete"; nel 1926, con: "Sera in Laguna"; "Campanile inclinato" e "Angolo di Murano al mattino"; nel 1928, con "Vecchie lancie al sole" e "Atrio in grigio"; nel 1930, con "Sosta in Laguna al mattino" e "Casa di pescatori"; nel 1932, con "Barconi al sole" e "A Murano". La Galleria d'Arte Moderna di Milano possiede i suoi quadri: "Le Fondamenta"; "A San Giacomo"; "Cipressi del Ruspolo". Alla Mostra dei Quarant'anni (Venezia 1935) erano esposte sei opere.



da Le Biennali di Venezia - Esposizione 1897 e 1901

Nato nel 1866 a Venezia
«Studio da venti anni l'arte mia con amore: ecco riassunta la mia modesta biografia».



da Le Biennali di Venezia - Esposizione 1914
di Gino Damerini
Vettore Zanetti Zilla non vuole che si parli del suo passato di artista.
Egli ha un passato ricco delle migliori soddisfazioni: espose giovinetto in Mostre alle quali non avevano potuto ancora esser accolti altri che venivano considerati come maestri; vide crescere intorno al suo nome, nei maggiori centri artistici stranieri ed italiani, una chiara fama: ebbe l'onore di premi massimi; molte delle sue tele sono entrate in raccolte private ed in gallerie pubbliche. Ma di tutto ciò Vettore Zanetti Zilla non vuole che si parli.
Egli stesso, non discorre mai di ciò che ha appena finito di dipingere; dinnanzi ai quadri che s'è compiaciuto di mostrarvi, discorre solamente di ciò che farà dimani, e si infiamma delle idee che gli germogliano dentro, ed esprime la continua inquietudine del suo animo, lodando tutto quello ch'è espressione di un proposito battagliero, sognando di rinnovarsi sempre, incessantemente Vettore Zanelli Zilla è per istinto con quanti sostengono, prima d'ogni altra necessità, la necessità di camminare, di procedere oltre, di rinnovarsi.
Ma poiché l'imitazione gli ripugna, egli interpreta pittoricamente questo istinto, tenendosi lontano dalle scuole per restare fedele alla propria personalità.
Si può partecipare al movimento delle più moderne correnti spirituali senza venir meno a sè stessi.
Vettore Zanetti Zilla non ha avuto, nel suo luminoso cammino di artista, altra aspirazione.
Quando la pittura correva dietro alle esteriorità delle tecniche, agli apriorismi dei gruppi, alle finalità più disparate e si vuotava nei simboli o si gonfiava nella rettorica sociale o si sminuiva nel verismo più elementare, egli si ripeteva che la pittura è colore e dev'esser decorazione.
Per diverse vie, la pittura contemporanea sta arrivando, in alcuni centri è già arrivata, a questa conclusione: esser colore vivo, esser decorazione.
Tanto meglio se oltre a ciò può esser anche espressione di uno stato d'animo. Vettore Zanetti Zilla ha, intanto, realizzato il suo assunto.
Con una tecnica particolare, che dà alle superfici dei suoi quadri un non so che di maiolica, egli riduce ad aspetti decorativi i più complessi motivi di paesaggio, risolvendo il problema delle luci in un problema di equilibrio cromatico.
Ma per lui equilibrio cromatico non significa sordina.
Egli affronta audacie singolarissime, cantando quasi sempre nelle tonalità più accese e più violente, accostandosi, per un verso, ai post-impressionisti, con l'uso per masse dei colori puri.
L'esasperazione del colore non si traduce, però, sotto il suo pennello in abolizione della forma.
Ne sono una prova, in questa Mostra personale, gli "Oleandri in fiore", i "Trabaccoli", la bella visione cupa del mare procelloso.
Questa Mostra oltre che un'affermazione, è un commiato.
Come è venuto di anno in anno mutandosi nell'ambito della propria personalità, così Vettore Zanetti Zilla già rivolge la mente ad un'altra meta, a più aspre difficoltà. Lo ritroveremo domani diverso. ...



 

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