Antignano - Naples (1907)
Casciaro Giuseppe (Ortelle - Lecce 1863 / Napoli 1941)
Technique: Pastel on paper
Measures: 10cm x 22cm
Signed lower left.
Giuseppe Casciaro
Casciaro Giuseppe (Ortelle - Lecce 1863 / Napoli 1941)
Painter
Inizia a studiare disegno sotto la guida del Prof. Paolo Emilio Stasi, insegnante della scuola privata pugliese dove lo zio sacerdote suo tutore lo ha iscritto.
L’innato talento spinge il professore a raccomandarlo all’istituto di Belle Arti di Napoli dove, ammesso, segue i corsi tenuti da Stanislao Lista e Gioacchino Toma.
La sua carriera all'inizio non è semplice, studia assiduamente con Filippo Palizzi e Domenico Morelli, ma si mescola ai tanti allievi senza riuscire ad emergere.
Una serie di pastelli presentati da Francesco Paolo Michetti alla Promotrice napoletana del 1885 lo spinge a privilegiare la tecnica del pastello e a mettere in secondo piano l'utilizzo dell'olio; le undici opere che presenta alla Salvator Rosa del 1887 riscuotono un notevole successo e così quelle proposte l’anno successivo, rivelandosi in tale tecnica, uno dei migliori pastellisti italiani del periodo.
Fu essenzialmente paesaggista e produsse con grande fecondità ritraendo soprattutto i dintorni di Napoli, l'Irpinia, Nusco, e la Puglia, avendo rapporti di amicizia con alcuni tra i migliori pittori napoletani del periodo, tra cui Francesco Paolo Michetti, Edoardo Dalbono, Francesco Mancini ed Attilio Pratella.
Tra i luoghi delle sue rappresentazioni non poteva, ovviamente, mancare Capri, posto idilliaco che condivide con molti altri, uno fra tutti il grande amico Attilio Pratella.
Ha ricoperto nella sua lunga carriera l'incarico di professore onorario sia all'Accademia di Belle Arti di Napoli che a quelle di Bologna e di Urbino, collaborando sia con l'Accademia di Brera che con quella di Vienna.
L’innato talento spinge il professore a raccomandarlo all’istituto di Belle Arti di Napoli dove, ammesso, segue i corsi tenuti da Stanislao Lista e Gioacchino Toma.
La sua carriera all'inizio non è semplice, studia assiduamente con Filippo Palizzi e Domenico Morelli, ma si mescola ai tanti allievi senza riuscire ad emergere.
Una serie di pastelli presentati da Francesco Paolo Michetti alla Promotrice napoletana del 1885 lo spinge a privilegiare la tecnica del pastello e a mettere in secondo piano l'utilizzo dell'olio; le undici opere che presenta alla Salvator Rosa del 1887 riscuotono un notevole successo e così quelle proposte l’anno successivo, rivelandosi in tale tecnica, uno dei migliori pastellisti italiani del periodo.
Fu essenzialmente paesaggista e produsse con grande fecondità ritraendo soprattutto i dintorni di Napoli, l'Irpinia, Nusco, e la Puglia, avendo rapporti di amicizia con alcuni tra i migliori pittori napoletani del periodo, tra cui Francesco Paolo Michetti, Edoardo Dalbono, Francesco Mancini ed Attilio Pratella.
Tra i luoghi delle sue rappresentazioni non poteva, ovviamente, mancare Capri, posto idilliaco che condivide con molti altri, uno fra tutti il grande amico Attilio Pratella.
Ha ricoperto nella sua lunga carriera l'incarico di professore onorario sia all'Accademia di Belle Arti di Napoli che a quelle di Bologna e di Urbino, collaborando sia con l'Accademia di Brera che con quella di Vienna.
da A. M. Comanducci ediz 1962
Nato a Ortelle (Lecce) il 9 marzo 1863, morto il 20 ottobre 1945 1941 a Napoli.
Trasse rapido profitto dagli insegnamenti di Paolo Emilio Stasi; iscrittosi più tardi all'Istituto di Belle Arti di Napoli, si perfezionò studiando il vero e si dedicò al paesaggio, nel quale raggiunse una signorilità di tocco ed una armonia delicatissima coi pastelli che usa di preferenza e coi qua li ha acquistato una personalità vivace, caratteristica.
Attivo e instancabile, produsse con una fecondità inesauribile una grandissima quantità di opere anche di rispettabili dimensioni, che non è possibile enumerare.
Ha partecipato alle principali esposizioni italiane e straniere.
Lavori principali: "I Camaldoli", premiata con medaglia d'argento all'Esposizione di Palermo nel 1891 e 1892 e donato al Museo Civico di Lecce; "Sei paesaggi napoletani", esposti, nel 1892 a Torino ed acquistati da Umberto Pasini, "Dal Vomero", esposto a Roma nel 1893 e premiato con medaglia d'argento; "Dintorni di Napoli" (sei pastelli), esposti a Parigi nel 1893 ed acquistati dal signor Camillo Grault; "Paesaggio napoletano", esposto a Milano nel 1894 e donato al Museo Civico di Lecce; "Il Tevere" e "Il Vesuvio", esposti a Venezia nel 1895 ed acquistati dal Re; "Il Castello dell'Ovo", esposto a Monaco nel 1895 ed acquistato dal pittore Georges De Dramard; "Una via di campagna" premiato con medaglia d'oro a Digione nel 1898; "Nel Regio Parco di Capodimonte", acquistato dal Re di Grecia all'esposizione di Atene nel 1903; "Marina di Napoli", premiato con medaglia d'oro ad Atene nel 1903; "Contrasti", premiato con menzione onorevole all'Esposizione di Madrid nel 1904 ed acquistato da quel Museo d'Arte; "Nel verde", acquistato dal Governo francese all'Esposizione di Parigi nel 1906; "La casa bianca", acquistato dal Museo Nazionale argentino all'Esposizione di Buenos Aires.
Due paesaggi sono nella Galleria d'Arte Moderna di Roma.
Ha insegnato pittura a Elena di Savoia.
da Le Biennali di Venezia - Esposizione 1895, 1897 e 1901
Nato ad Ortelle (Lecce) nel 1862, vive a Napoli.
Nell'Accademia fu allievo di Filippo Palizzi e di Domenico Morelli.
Si distingue per l'uso felice dei pastelli colorati, dei quali presentò alcune raccolte a Milano (1894) «Impressioni della campagna napoletana» e «Paesaggi napoletani» a Venezia (1895), Firenze (1896-1897), Torino (1898).
Nato a Ortelle (Lecce) il 9 marzo 1863, morto il 20 ottobre 1945 1941 a Napoli.
Trasse rapido profitto dagli insegnamenti di Paolo Emilio Stasi; iscrittosi più tardi all'Istituto di Belle Arti di Napoli, si perfezionò studiando il vero e si dedicò al paesaggio, nel quale raggiunse una signorilità di tocco ed una armonia delicatissima coi pastelli che usa di preferenza e coi qua li ha acquistato una personalità vivace, caratteristica.
Attivo e instancabile, produsse con una fecondità inesauribile una grandissima quantità di opere anche di rispettabili dimensioni, che non è possibile enumerare.
Ha partecipato alle principali esposizioni italiane e straniere.
Lavori principali: "I Camaldoli", premiata con medaglia d'argento all'Esposizione di Palermo nel 1891 e 1892 e donato al Museo Civico di Lecce; "Sei paesaggi napoletani", esposti, nel 1892 a Torino ed acquistati da Umberto Pasini, "Dal Vomero", esposto a Roma nel 1893 e premiato con medaglia d'argento; "Dintorni di Napoli" (sei pastelli), esposti a Parigi nel 1893 ed acquistati dal signor Camillo Grault; "Paesaggio napoletano", esposto a Milano nel 1894 e donato al Museo Civico di Lecce; "Il Tevere" e "Il Vesuvio", esposti a Venezia nel 1895 ed acquistati dal Re; "Il Castello dell'Ovo", esposto a Monaco nel 1895 ed acquistato dal pittore Georges De Dramard; "Una via di campagna" premiato con medaglia d'oro a Digione nel 1898; "Nel Regio Parco di Capodimonte", acquistato dal Re di Grecia all'esposizione di Atene nel 1903; "Marina di Napoli", premiato con medaglia d'oro ad Atene nel 1903; "Contrasti", premiato con menzione onorevole all'Esposizione di Madrid nel 1904 ed acquistato da quel Museo d'Arte; "Nel verde", acquistato dal Governo francese all'Esposizione di Parigi nel 1906; "La casa bianca", acquistato dal Museo Nazionale argentino all'Esposizione di Buenos Aires.
Due paesaggi sono nella Galleria d'Arte Moderna di Roma.
Ha insegnato pittura a Elena di Savoia.
da Le Biennali di Venezia - Esposizione 1895, 1897 e 1901
Nato ad Ortelle (Lecce) nel 1862, vive a Napoli.
Nell'Accademia fu allievo di Filippo Palizzi e di Domenico Morelli.
Si distingue per l'uso felice dei pastelli colorati, dei quali presentò alcune raccolte a Milano (1894) «Impressioni della campagna napoletana» e «Paesaggi napoletani» a Venezia (1895), Firenze (1896-1897), Torino (1898).