Achille Vertunni
Vertunni Achille
Napoli 1826 / Roma 1897
Painter
Biografia
da A. M. Comanducci
Nato a Napoli il 27 marzo 1826, morto a Roma il 20 giugno 1897.
Animo sensibile alle bellezze della natura, fervido temperamento di artista, studiò dapprima paesaggio con Salvatore Fergola, poi figura con Giuseppe Bonolis, all'Accademia napoletana.
Dopo aver preso parte nel 1848 ai movimenti politici ed essere a stento sfuggito alla fucilazione, riprese gli studi artistici, e nel 1851 era tanto salito nell'estimazione dei suoi maestri, che essi non seppero se dare l'unica medaglia d'oro disponibile a Filippo Palizzi od a lui, e premiarono entrambi con medaglia d'argento.
Del suo competitore il Vertunni subì del resto l'indubbia influenza.
Trasferitosi a Roma, continuò a studiare, avendo a modelli i monumenti dell'arte antica e le bellezze severe e malinconiche dell'Agro.
E all'Agro romano egli si ispirò quasi costantemente, sia nei paesaggi, che nei quadri storici, o meglio «paesaggi storici», come furono chiamati taluni suoi quadri nei quali il paesaggio, anziché essere di sfondo alle figure, ha parte preminente nel dipinto.
Spesso replicò gli stessi soggetti e questa poca varietà di argomento e la nessuna ricerca di facili effetti gli attirarono la taccia di monotono; mentre di lui si deve ammirare, in ciascuna opera, la calma maestosa, la dolce malinconia.
Tra i suoi paesaggi si ricordano: "Le ruine di Pesto"; "Capri vista da Massa al crepuscolo"; "Marina presso Pozzuoli"; "Una cascata di Tivoli"; "Castelpisano"; "Una veduta della Campagna romana in primavera"; "La vetta degli Appennini"; "Le roccie di Astura".
I suoi più noti «paesaggi storici» sono: "Il ratto di una donna di Capri fatto dai Corsari", eseguito nel 1865; "Pia de' Tolomei"; "L'incontro del Tasso con Marco Sciarra"; "Manfredi con la famiglia ricoverati nel bosco dopo la presa di San Germano"; "Dante nella foresta", rimasto incompiuto.
Di lui la Galleria d'Arte Moderna di Roma conserva "Campagna romana"; il Museo Civico di Torino, "Paludi Pontine"; il Museo di Bristol, altro "Paludi Pontine"; la Galleria dei quadri moderni di Firenze, "Torrente presso Narni"; il Museo Revoltella di Trieste, altro "Campagna romana".
La Galleria d'Arte Moderna di Milano "Paesaggio del Macarese".
Il Vertunni fu ricercato e lautamente ricompensato; ma, generoso e splendido, fu largo anche nello spendere, e usò convitare e invitare a feste i compagni d'arte ed i personaggi stranieri e gli amici di passaggio.
Il Governo italiano lo insignì di parecchie onorificenze.
Nato a Napoli il 27 marzo 1826, morto a Roma il 20 giugno 1897.
Animo sensibile alle bellezze della natura, fervido temperamento di artista, studiò dapprima paesaggio con Salvatore Fergola, poi figura con Giuseppe Bonolis, all'Accademia napoletana.
Dopo aver preso parte nel 1848 ai movimenti politici ed essere a stento sfuggito alla fucilazione, riprese gli studi artistici, e nel 1851 era tanto salito nell'estimazione dei suoi maestri, che essi non seppero se dare l'unica medaglia d'oro disponibile a Filippo Palizzi od a lui, e premiarono entrambi con medaglia d'argento.
Del suo competitore il Vertunni subì del resto l'indubbia influenza.
Trasferitosi a Roma, continuò a studiare, avendo a modelli i monumenti dell'arte antica e le bellezze severe e malinconiche dell'Agro.
E all'Agro romano egli si ispirò quasi costantemente, sia nei paesaggi, che nei quadri storici, o meglio «paesaggi storici», come furono chiamati taluni suoi quadri nei quali il paesaggio, anziché essere di sfondo alle figure, ha parte preminente nel dipinto.
Spesso replicò gli stessi soggetti e questa poca varietà di argomento e la nessuna ricerca di facili effetti gli attirarono la taccia di monotono; mentre di lui si deve ammirare, in ciascuna opera, la calma maestosa, la dolce malinconia.
Tra i suoi paesaggi si ricordano: "Le ruine di Pesto"; "Capri vista da Massa al crepuscolo"; "Marina presso Pozzuoli"; "Una cascata di Tivoli"; "Castelpisano"; "Una veduta della Campagna romana in primavera"; "La vetta degli Appennini"; "Le roccie di Astura".
I suoi più noti «paesaggi storici» sono: "Il ratto di una donna di Capri fatto dai Corsari", eseguito nel 1865; "Pia de' Tolomei"; "L'incontro del Tasso con Marco Sciarra"; "Manfredi con la famiglia ricoverati nel bosco dopo la presa di San Germano"; "Dante nella foresta", rimasto incompiuto.
Di lui la Galleria d'Arte Moderna di Roma conserva "Campagna romana"; il Museo Civico di Torino, "Paludi Pontine"; il Museo di Bristol, altro "Paludi Pontine"; la Galleria dei quadri moderni di Firenze, "Torrente presso Narni"; il Museo Revoltella di Trieste, altro "Campagna romana".
La Galleria d'Arte Moderna di Milano "Paesaggio del Macarese".
Il Vertunni fu ricercato e lautamente ricompensato; ma, generoso e splendido, fu largo anche nello spendere, e usò convitare e invitare a feste i compagni d'arte ed i personaggi stranieri e gli amici di passaggio.
Il Governo italiano lo insignì di parecchie onorificenze.