Giovanni Boldini
Boldini Giovanni
Ferrara 1842 / Parigi 1931
Painter, Engraver, Caricatursit
Biografia
Nato a Ferrara il 31 dicembre 1842, morto a Parigi l'11 gennaio 1931.
Nel 1865 fu inviato dal padre a Firenze perché frequentasse quella Accademia dove insegnava Enrico Pollastrini; ma il freddo accademismo dell'epoca lo allontanò dalla scuola, e legatosi di stretta amicizia con Telemaco Signorini, con Giovanni Fattori, con Adriano Cecioni, e con Cristiano Banti rappresentanti massimi dei macchiaiuoli, assimilò da questi la proprietà della macchia e la vivacità del tono che tanta parte presero nella sua opera. E' di quell'epoca il dipinto: "Allievi nello studio" della Raccolta avv. Cugini di Bergamo. Nel 1869, già noto per i numerosi successi, si recò a Londra per eseguirvi alcuni ritratti, e nel 1872 si stabilì a Parigi appoggiandosi in un primo tempo alla Casa Goupil per la quale dipinse tele seguendo la maniera di Giuseppe De Nittis allora di moda. "Place Pigalle"; "Place Clichy" appartengono a questa epoca nella quale è ancor perso nella ricerca di una propria personalità. Nel 1877 viaggiò la Spagna, e la contemplazione e lo studio delle opere del Velasquez e del Murillo gli improntarono la visione definitiva per quella che doveva essere la sua futura personalità pittorica. La sua pennellata da allora divenne nervosa, quasi saettante, e il tono dei suoi colori si limitò alla gamma, infinita, dei grigi. Ritornato dalla Spagna, spinto,dal suo carattere mordace, tentò una grande tela, rappresentante la falsa gioia nella sala delle Folies Bergères di Parigi; ma la tela rimase incompiuta e da essa vennero tagliate le sole due figure portate a termine. Nel 1889 all'Esposizione di Parigi alla quale parteciparono i migliori artisti del mondo, egli presentò otto lavori trattati tutti con una rara valentìa ed una virtuosa prodigiosità di pennello fra i quali: "Cavalli di ricambio"; "Chiesa di San Marco" e "Due amici" (acquarello) quest'ultimo premiato con diploma d'onore. Il complesso più vasto e più interessante della sua opera è una numerosissima serie di ritratti, nei quali alcune volte nasconde una beffa sottile od una palese adulazione. Due fra i migliori sono: quello di "Giuseppe Verdi" (nella Casa di Riposo per Musicisti a Milano) e quello del "pittore inglese Whistler" opere serene che più non si trovano nella produzione boldiniana, perchè tanto il Verdi quanto James McNeill Whistler riuscirono a domare quel carattere mistico e scontroso costringendolo ad una esecuzione fedele alla loro propria natura. Altri ritratti importanti sono: quello della "Duchessa Grazioli"; di "Donna Franca Florio"; della "Marchesa Casati", dell'"attrice Lanthelme"; di "Lady Hottand"; di "Cécile de Fortuny"; della "Principessa Hohenlohe"; di "Adolph Menzel"; del pittore "Joaquin Araujo y Ruano"; di "Miss Bell"; della "Duchessa di Malbourgh" e di suo figlio "Lord Spencer Churchill"; di "Cleo De Merode"; di "Un generale spagnolo". Nel 1932, alla XVIII Internazionale di Venezia vennero riunite in una sala a lui dedicata, settanta opere fra ritratti, paesaggi, soggetti di genere, scene all'aperto e disegni, «opere immortali nelle quali si dovrà ricercare le traccie del suo grande spirito». E' nota e ricercata la sua produzione nel campo dell'incisione a puntasecca e della litografia.
da Le Biennali di Venezia - Esposizione 1895
Nato a Ferrara nel 1844, vive a Parigi.
Caro e rispettato a Parigi è anche un altro nome italiano: quello di Giovanni Boldini.
Il Boldini, nativo di Ferrara è figlio d'un pittore d'immagini sacre, il quale intendeva ch'egli facesse di tutto... fuorché dipingere. Il giovinetto andava a rifugiarsi in un granaio e si divertiva a disegnare le scene che gli erano suggerite dalla lettura dell'Ivanhoe.
Quei disegni, venuti nelle mani del padre, spianarono tutti gli ostacoli che egli frapponeva alla vocazione prepotente del figliuolo. Questi potè frequentare l'Accademia fiorentina. e andato assai giovane a Londra, cominciò a segnalarsi con alcuni bellissimi ritratti.
Stabilitosi a Parigi, vi coltivò non solo questo genere, ma il paesaggio, il quadro d'ambiente cittadinesco, la pittura d'animali, servendosi con eguale perizia dei colori ad olio, dell'acquarello e del pastello.
Il Boldini resta però, anzi tutto e sopra tutto, uno dei pittori più felici della donna moderna, di cui ha saputo rendere la sottile eleganza, la mobilità nervosa e morale, la precocità dello spirito pur nell'organismo adolescente.
Bibliografia
A.M. Comanducci - Pittori italiani dell'Ottocento - Milano 1934
A.M. Comanducci - Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni - II ediz. Milano 1945
A.M. Comanducci - Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni e contemporanei - III ediz. Milano 1962
L. Servolini - Dizionario illustrato incisori italiani moderni e contemporanei - Milano 1955
Cardona - Vie de J. Boldini - Parigi 1931
Thieme Becker - Kunstlerlex - 1910
A De Gubernatis - Dizionario artisti italiani viventi - 1889
Galletti e Camesasca - Enciclopedia della pittura italiana - 1950
The Print Collector's Quarterly - 1915
Catalogo I Esposizione Internazionale d'arte della Città di Venezia - 1895
Opere
Il Fattore - Pinacoteca Corrado Giaquinto di Bari
Ritratto del pittore Alessandro Lanfredini - Pinacoteca Corrado Giaquinto di Bari
Al pianoforte - Pinacoteca Corrado Giaquinto di Bari