Mosè Bianchi

Bianchi Mosè

Monza 1840 / Monza 1904

Pittore, Incisore, Decoratore
Biografia

Bianchi Mosè di Giosuè

da A. M. Comanducci ediz 1962

Nato a Monza il 13 ottobre 1840, morto in povertà a Monza il 15 marzo 1904. Compiuti gli studi secondari nella sua città, nel 1856 prese dimora a Milano per frequentare l'Accademia di Brera dove insegnavano Giuseppe Sogni e Albert Zimmermann. Nel 1859 interruppe gli studi per seguire Garibaldi fra i Cacciatori delle Alpi e, terminata la guerra, tornò all'Accademia, alla scuola di Giuseppe Bertini, dipingendo gli allora inevitabili quadri storici: "L'arciprete Stefano Guandeca che accusa l'arcivescovo di Milano"; "Anselmo Pusterla" e "La congiura di Portida", che venne esposto alla mostra di Brera nel 1863 e nel quale rivelò le sue buone qualità per il corretto disegno e l'equilibrio dell'insieme. Nel 1864 partecipò alla mostra della Biennale di Brera col quadro "Vigilia della sagra", attualmente nella Galleria d'Arte Moderna di Milano, che ottenne molto successo e che due anni dopo fu inviato al Salone di Parigi. Fece seguire "La Signora di Monza" e indovinati e felici ritratti. Col premio del pensionato Oggioni, si recò a Venezia e a Parigi. Le opere del Tiepolo e la bravura di Ernest Meissonier e di Mariano Fortuny y Marsal esercitarono su lui una influenza alla quale improntò la sua maniera che, quando egli ebbe occasione di decorare volte e pareti come negli affreschi della Villa Giovanelli a Lonigo, risentì soprattutto la dominante potenza del Tiepolo. Tornato a Milano, espose il capolavoro "I fratelli al campo", poi "La benedizione delle case"; "Cleopatra"; "Un giorno di parata"; "Amore allo studio" e "Interno del Duomo di Monza", che venne acquistato dal re del Belgio. Dopo il 1880 iniziò il secondo periodo delle lagune in burrasca, delle vedute di Chioggia, e con queste opere si impose ed eccelse. Verso il 1890 cominciò la serie delle impressioni della vecchia Milano pittoresca, affaccendata, sotto la neve, nebbiosa, fangosa, poi si dedicò a ritrarre le vedute autunnali di Gignese sul Lago Maggiore. In città riprendeva il lavoro intenso, con foga geniale e profonda coscienza. Fu direttore ed insegnante all'Accademia Cignaroli di Verona; consigliere comunale di Milano; membro della Giunta superiore per le Belle Arti; consigliere dell'Accademia di Brera, ricoprendo tali cariche con la più semplice dignità che considerò indivisibile compagna della bellezza. Opere principali: "Parola di Dio"; "Due amiche"; "Il canale di Chioggia" e "Barche del carbone a Chioggia", nella Galleria d'Arte Moderna di Roma; "La monaca di Monza e l'amante Egidio", e "Il pittore Londonio", nel Museo Civico di Torino; "Barca chioggiotta", nel Museo Revoltella di Trieste; "La famiglia del chioggiotto", nel Museo Caccia di Lugano. Nella Galleria d'Arte Moderna di Milano nella sala a lui dedicata, si rammentano: "Il ritratto dei pittore Geatano Fasanotti"; "Ritorno dalla sagra"; "Cavaliere settecentesco"; "Porto di San Felice a Chioggia"; "Marina", oltre i già citati "I fratelli al campo" e "Vigilia della sagra". In raccolte private: "Processione", collezione comm. Rossello di Milano; "Pietà" (da questo dipinto eseguì l'affresco nella cappella Visconti a Carnisio), raccolta comm. Balzan di Milano; "I convenevoli", raccolta conte Cambiaghi di Monza; "Sotto il ponte di Rialto a Venezia", raccolta Gustavo Botta di Milano; "Dopo il duello", raccolta cav. Pluda di Milano. Numerosi lavori sono presso gli eredi di Pompeo Mariani. E' nota ed apprezzata la sua produzione acquafortistica (un'ottantina di stampe).
 
Moltissimi i libri dedicati all'artista, tra i quali nel 1960 vede la luce il volume "Mosè Bianchi", di Giulio Pisa, edito dall'Istituto Italiano d'Arti Grafiche, seguito nel 1919 dal volume "Mosè Bianchi", di Francesco Sapori, edito da Edizioni d'Arte E. Celanza, nel 1960 è pubblicato il volume "Mosè Bianchi", di Ugo Nebbia, edito da Bramante Editrice, nel 1987 la Fabbri Editori pubblica il volume "Mosè Bianchi ed il suo tempo 1840 - 1904", a cura di Paolo Biscottini  e, nel 1996, viene pubblicato dalla Motta Editore di Milano il volume monografico "Mosè Bianchi. Catalogo Ragionato" sempre a cura di Paolo Biscottini.
 
da Le Biennali di Venezia - Esposizione 1895 e 1897
Nato a Monza, vive a Milano.
È tra gli iniziatori della moderna scuola lombarda, e anche in vecchiaia conserva l'entusiasmo e l'operosità della giovinezza. Tipo amabile e caratteristico d'uomo e d'artista è circondato dalla rispettosa simpatia dei giovani. La sua «Monaca di Monza» fu forse la prima opera che gli procacciasse larga fama. Egli è passato con agilità grande dal quadro storico al quadro di genere, al paese al ritratto. All'Esposizione veneziana del 1887 presentò cinque tele «Mascherata chioggiotta», «Laguna in burrasca», «Parola di Dio», «Vaporino di Chioggia», che mettevano in piena luce alcuni fra i lati più geniali e più freschi della sua produzione pittorica.


da Le Biennali di Venezia - Esposizione 1922
di Carlo Bozzi
Nell'autunno del 1840, a distanza di una quindicina di giorni, nasceva, in Milano, Filippo Carcano, in Monza, Mosè Bianchi, i due pittori che, specie dopo la morte di Tranquillo Cremona avvenuta nel '78, dovranno rappresentare la giovane scuola nella storia della pittura lombarda, pur con individualità quasi opposte. Contro la volontà del nonno, suo padre era pittore e la volontà di questi era che il piccolo Mosè fosse ragioniere. Vinse la vocazione, il giovanetto viene a Milano e si inscrive all'Accademia di Brera.
Nel '59 è fra i Cacciatori delle Alpi allo Stelvio; rientra alla scuola di Giuseppe Bertini, dipinge gli allora inevitabili quadri storici; la sua "Congiura di Pontida" è esposta nel 63 insieme al "Marco Polo" del Cremona. Compie, premiato, gli studii accademici; il suo compagno Ernesto Fontana ha il primo premio; Tranquillo Cremona, una menzione onorevole...
Esordisce nel quadro di genere colla "Vigilia della Sagra" acquistata dall'Accademia, un grande, promettente e fruttifero successo; in questo suo primo quadro egli è già, d'improvviso, tutto lui. Segue la "Signora di Monza".
Ottiene il pensionato Oggioni ma lo tiene per soli due anni.
A Parigi ammira Meissonier e subisce l'irresistibile fascino del trionfante
Mariano Fortuny y Marsal (ancora oggi un critico francese potrebbe essere tentato a definire il nostro Bianchi: un Fortuny pressé).
A Venezia, per nativa affinità di temperamento, si invaghisce del Tiepolo e nessuno fu forse mai più spontaneamente tiepolesco di lui.
Si veggano le mirabili decorazioni nella villa Giovanelli a Lonigo che fanno tanto lamentare - a vergogna dell'Italia ufficiale e di tanti ricchi e arricchiti - siano state cosi scarse pel geniale artista le occasioni di decorare volte e pareti...
Ritornato a Milano dipinge un capolavoro "I fratelli al campo", poi "La benedizione delle case" e "Cleopatra".
Verso l'80 comincia il secondo periodo, delle Lagune in burrasca, delle vedute di Chioggia, dei chioggiotti e in questo campo si impone tosto e regna sovrano. Con "Parola di Dio" ritorna sui suoi passi.
Una diecina d'anni dopo comincia la serie delle sue piccole impressioni della vecchia Milano pittoresca, brumosa, fangosa, affaccendata.
Col '95 il pittore si ritempra per non pochi mesi di ogni anno nella vita alpestre a Cignese sul Lago Maggiore; è il suo penultimo periodo, di una produzione un po' ineguale ma dove appare sempre una magistrale, nervosa padronanza del vero intento alla vibrante bellezza della luce, del colore, del movimento delle figure e degli animali. In città, instancabilmente fecondo e versatile, lavora anche la notte alle acqueforti.
Pur non pieghevole agli opportunismi ufficiali, è Consigliere comunale di Milano e membro della Giunta superiore per le belle arti; pur aperto nemico dell'accademismo, cede ad essere Consigliere a Brera; pur avverso al professorismo, si adatta a dare lezioni di disegno alle fanciulle del Regio Collegio, e, infine, lasciato colle lagrime agli occhi il principesco studio nel palazzo Visconti in via Lanzone, abbandona Milano e chiude la sua carriera artistica come Professore e Direttore all'Accademia di B. A. di Verona. Doloroso tramonto!
L'artista, l'amatore, il visitatore non disattento troveranno qui modo di «sentire» le qualità e di spiegarsi i difetti e le pecche complementari di questo artista, impaziente e insieme incontentabile, che pare rivelarsi nei bozzetti meglio che nei quadri e che è sempre inconfondibilmente e inimitabilmente personale, che attrae e piace perché stimola e pare acuire la sensibilità pittorica di chi osserva i suoi lavori, che si fa amare perché fa amare il vero che egli ha amato con sempre giovanile libertà, senza scrupoli fotografici, senza preoccupazioni di scuole, di metodi, senza ubbie tecniche o programmatiche o troppe pretenziosità spirituali.
E la balda sua libertà di visione e di esecuzione parmi espressa in certa sua boutade che ebbi la ventura di udire io stesso in una esposizione milanese di molti anni fa. Un suo collega, professore accademico, si permise di fargli notare che in una sua marina bellissima era incorso in una piccola ma abbastanza evidente inverosimiglianza, una «impossibilità». Che ciall, (grullo) - ribattè tosto Mosè Bianchi - Te vedet no che l'è pituraa»?!...

Bibliografia

A.M. Comanducci - Pittori italiani dell'Ottocento - Milano 1934
A.M. Comanducci - Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni - II ediz. Milano 1945
A.M. Comanducci - Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni e contemporanei - III ediz. Milano 1962
L. Servolini - Dizionario illustrato incisori italiani moderni e contemporanei - Milano 1955

G. Pisa - Mosè Bianchi - Bergamo 1906

G. Marangoni - Mosè Bianchi - Bergamo 1924

F. Sapore - Mosè Bianchi - Torino 1920

A De Gubernatis - Dizionario artisti italiani viventi - 1889

Thieme Becker  - Kunstlerlex - 1909

Bignami - Pittura lombarda nel sec. XIX - 1900

La Lettura - Milano 1905

Illustrazione Italiana - 1904

 

Catalogo I Esposizione Internazionale d'arte della Città di Venezia - 1895
Catalogo II Esposizione Internazionale d'arte della Città di Venezia - 1897

Catalogo XIII Esposizione Internazionale d'arte della Città di Venezia - 1922

 

Opere

I Fratelli sono al campo! Ricordo di Venezia 1869 - Pinacoteca di Brera

Ultima messa - Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza

Cane allo specchio - Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza

Cascinale - Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza

Luna a Chioggia - Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza

Ritorno dal pascolo - Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza

Figura - Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza

 

 



 

Vuoi vendere un'opera di Mosè Bianchi?

 

Vuoi comprare un'opera di Mosè Bianchi?

 

utilizza l'apposito modulo di contatto qui sotto


Puoi caricare delle immagini da allegare al messaggio:

Seleziona immagine n.1
Seleziona immagine n.2
Seleziona immagine n.3
Seleziona immagine n.4
Seleziona immagine n.5