Silvio Giulio Rotta

Rotta Silvio Giulio

Venezia 1853 / Venezia 1913

Художник
Biografia

da A. M. Comanducci
Nato a Venezia il 15 agosto 1853, morto nella stessa città il 7 giugno 1913.
Ebbe a maestro il padre Antonio Rotta, poi, nel 1873, si recò a Parigi per studiarvi i pittori allora in voga.
Dapprima eseguì quadri di genere, sereni ed ariosi, dei quali si citano: "Campiello"; "La raccolta delle cipolle"; "Sulla spiaggia del Lido"; "In vigna"; "In villa"; "Sùghime" e "Colpo di vento"; poi si volse alla contemplazione degli spettacoli più desolati dell'umana miseria, con quadri che si imposero all'attenzione del pubblico, come "I forzati", ritenuto il suo capolavoro, esposto nel 1887 a Budapest, premiato con la grande medaglia d'oro ed acquistato per il Museo di quella città; "Nosocomio", esposto a Roma nel 1895 e conservato nella Galleria d'Arte Moderna della Capitale; "Mura abbandonate", esposto alla Biennale Veneziana del 1899; "Carità", presentatovi a quella del 1905; "Nelle tenebre" (trittico), ultimo dipinto dell'infelice artista, apparso nel 1912 alla Internazionale di Venezia; "Gli spettri", conservato nella Galleria d'Arte di Buenos Aires.
Il bozzetto de' "I forzati" è conservato nella raccolta del signor Gustavo Botta di Milano.
Si citano del Rotta anche: "Primi passi", esposto a Venezia nel 1932, per la retrospettiva «Trent'anni di vita veneziana», con "Sulla spiaggia del Lido" già nominato: entrambi proprietà della signora Jole Graziani Rotta di Venezia; "Educazione del fanciullo", nel Museo di Colonia.


da Le Biennali di Venezia - Esposizione 1895
Figlio di Antonio Rotta, il valente e popolare pittore di genere, nato nel 1853 a Venezia.
Frequentò l'Accademia di belle arti, ma non ne segui regolarmente gli studi e a vent'anni si recò e trattenne per qualche tempo a Parigi.
Dapprincipio si diede all'acquarello, rappresentando volentieri scene e costumi della sua città.
Negli ultimi anni l'arte del Rotta ha assunto un'impronta originale ed elevata.
Il suo quadro «I forzati», che è oggi nel Museo di Buda-Pest, colpì nel 1887 per la fosca intensità dell'espressione; «Mura abbandonate», ardita rappresentazione pittorica d'una fuga di larve, fu tra le opere più notate nella recentissima Esposizione di Milano, anche per l'affinità del soggetto con certi nuovi o rinnovati avviamenti delle fantasie.




Antonio Rotta (bio)




 

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