Nato a Gandino (Bergamo) il 6 luglio 1845, morto a Gandino il 21 agosto 1929. Frequentò l'Accademia Carrara a Bergamo, discepolo di
Enrico Scuri. Si perfezionò nell'arte sacra e nel ritratto e si distinse nell'affresco. Il suo primo successo l'ottenne all'Esposizione di Milano del 1882. Nel 1887 ebbe incarico di eseguire una "Santa Grata", che la Diocesi di Bergamo regalò al Pontefice Leone XIII, e che attualmente è collocata nella Pinacoteca Vaticana. Da questa epoca iniziò una portentosa attività affrontando le grandi composizioni religiose, sia nelle tele che negli affreschi, che gli venivano commessi numerosi, per le chiese della Bergamasca e di tutta la Lombardia. Per il Santuario di Pompei eseguì cinque grandi pale d'altare; una "Via Crucis", per la chiesa del Crocefisso a Como; "Il perdono di San Francesco d'Assisi" quadro di grandi dimensioni, per la chiesa dei Cappuccini a Milano; "Deposizione dalla Croce", per la Parrocchiale di Pisogne; "Sacro Cuore", per quella di Verdello; "La monacazione di Santa Giovanna di Chantal", tuttora conservata a Bergamo nella chiesa di Sant'Alessandro; "Sant'Antonio da Padova", per la Parrocchiale di Peia. Altre opere: "Visita di Milton a Galileo"; "L'ultimo saluto di Colleoni alla figlia Medea"; "Il martirio di Sant'Alessandro"; "Nudo d'uomo"; "Ritratto del nobile Francesco Baglioni"; "Ritratto del pittore
Giovanni Tiraboschi"; "I tesori della chiesa di Gandino"; questi ultimi quattro collocati nella quadreria della Accademia Carrara a Bergamo; due "Autoritratti", uno dei quali conservato nella Galleria di Arte Moderna di Milano e l'altro nella raccolta Piccinelli a Seriate; "In morte vitae"; "Mater dolorosa" e "Ritratto del pittore
Francesco Domeneghini", tutte e tre esposte alla grande Mostra Nazionale di Milano del 1906. L'ultimo suo lavoro il Loverini lo destinò alla Basilica di Gandino e rappresenta "Maria Vergine Assunta", protettrice della sua borgata, con i "Santi Martiri Ponziano, Valentino, Flaviano e Quirino". Nel 1930 fu organizzata a Bergamo, nella sede dell'Accademia Carrara, una mostra postuma delle sue opere. «Come pittore di genere il Loverini ebbe tutte le piacevolezze di difetti del genere, allora importante. Ma sembrò rifuggire dai soggettini ingiulebbati o umoristici che mandavano il sollucchero il pubblico, preferendo l'accoramento del patetico umanitario e qualche volta l'ingenua espressione di un dolore infantile» (Guido Marangoni).
Nel 1899 il Loverini fu chiamato a succedere a
Cesare Tallone nell'ufficio d'insegnante e direttore dell'Accademia Carrara e disimpegnò tale carica con appassionata ed illuminata attività per circa un trentennio.
Nel 1918 partecipa alla Mostra Annuale presso la Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente nel Palazzo di Brera a Milano, presentandovi il dipinto "Paesaggio melanconico".