Giuseppe Diotti

Diotti Giuseppe

Casalmaggiore - Cremona 1779 / Bergamo 1846

Painter, Decorator
Biografia

da A.M. Comanducci ediz 1962

Nato a Casalmaggiore il 21 marzo 1779, morto a Bergamo il 30 gennaio 1846. Più che allievo fu fattorino del suo concittadino Paolo Araldi; poi, sovvenzionato dal nobile Gian Vincenzo Ponzoni, potè frequentare l'Accademia di Parma. Mancatogli, per vicende politiche, l'appoggio del Ponzoni, lasciò l'Accademia e si adattò a dipingere insegne di negozi, decorazioni e ritratti. Istituito a Milano, nel 1804, un pensionato quadriennale per Roma, vi partecipò, eseguendo, come tema di concorso, "Il centauro Nesso trafitto da Ercole". Assegnatogli il pensionato, da Roma inviò ogni anno i saggi all'Accademia di Brera, dimostrando la sua rapida e continua ascesa e conseguendo con l'ultimo, "La adorazione dei pastori", una medaglia d'oro del Governo. Nel 1810 fu a Milano, e venne prescelto da Andrea Appiani per copiare il "Ritratto di Napoleone" richiesto dalla Corte Vicereale, e l'anno seguente, istituita la Accademia Carrara a Bergamo, fu chiamato ad insegnarvi e a dirigerla. Ricoprì tale carica con scrupoloso amore per trentatré anni. Artista fecondissimo, le sue opere si trovano sparse in molte raccolte private e nelle chiese della Brianza, del Bergamasco e del Cremasco, e in pubbliche gallerie. A Cremona vi sono suoi importanti affreschi: "Ascensione di Cristo", "Incredulità di San Tommaso", "Benedizione dei fanciulli" e "Le chiavi date a San Pietro" nel Duomo; "Amore e Psiche", "Olimpo", "Danza delle stagioni", "Ulisse nella reggia di Alcinoo" nel palazzo Bolzesi Mina, "Eolo che scatena i venti" nel palazzo Manna; nella chiesa maggiore di Soresina "Il tabì riposto da San Pietro". Sua nota opera di cavalletto: "La congiura di Pontida" nella Galleria d'Arte Moderna di Milano (il bozzetto della quale è nel palazzo comunale di Casalmaggiore, dove è conservata la copia dell' "Autoritratto", il cui originale è a Firenze, a Palazzo Pitti). A Casalmaggiore esistono pure sue opere, nel Duomo un "Santo Stefano"; presso la famiglia Ponzoni "Mosè nel deserto", e nell'ex palazzo Favagrossa "La toletta di Venere". Nella Galleria Tosio di Brescia è "Il conte Ugolino nella torre di Pisa", opera interessante perchè vi sono ritratti gli allievi del Diotti, che li prese a modelli; fra gli altri Giacomo Trecourt, il Piccio e Enrico Scuri.

Bibliografia

A.M. Comanducci - Pittori italiani dell'Ottocento - Milano 1934
A.M. Comanducci - Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni - II ediz. Milano 1945
A.M. Comanducci - Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni e contemporanei - III ediz. Milano 1962

A. Salvioni - Memorie di Giuseppe Diotti e delle sue dipinture - Bergamo 1846

G. Germani - Della vita artistica di Giuseppe Diotti - 1865

Thieme Becker  - Kunstlerlex - 1913

 




 

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