Pietro De Francisco
De Francisco Pietro
Palermo 1873 / Mentone 1969
Painter, Engraver, Illustrator
Biografia
Figlio di Giuseppe De Francesco e Francesca Mazza, nel 1910 modifica ufficialmente il cognome in De Francisco, che già usa come firma dai primi studi accademici.
Studia all'Istituto di Belle Arti di Palermo, sotto la guida di Francesco Lojacono e Salvatore Marchesi ed esterna il forte legame che lo unisce ai due maestri in uno dei suoi primi scritti con parole che sembrano ironicamente profetiche per il suo futuro: “Di fronte a tanta bellezza cosa hanno fatto i pittori siciliani? Se ne sono andati a Roma o a Milano, e più lontano ancora a morire di nostalgia. Gloria a quelli che sono rimasti..., a Francesco Lojacono, al maestro dolce e indimenticabile...;e ancora al nordico, ma siciliano di adozione, all'altro grande maestro Salvatore Marchesi di Parma.”
Nel 1898 partecipa con un quadro storico al Pensionato Nazionale, che riesce a vincere solo nell'edizione del 1900, quando Giuseppe Sciuti e Domenico Morelli presiedono la commissione, con il dipinto S. Paolo dinanzi Agrippa.
La borsa di studio quadriennale assegnatagli gli permette di stabilirsi a Roma, di visitare musei e gallerie e di entrare in contatto con il mondo dell'arte, che lo porta a un’indiscutibile modernizzazione del suo stile.
Nel 1901, a Roma, dipinge il grande quadro conosciuto con il titolo di Paesaggio nostalgico, raffigurante l'Appia Antica, conservato presso la Civica Galleria d'Arte Moderna di Palermo; a fine pensionato, nel 1904, si congeda con La rivolta, opera di indagine sui temi sociali, soggetto spesso affrontato nella pittura di inizio '900 in particolare da molti suoi corregionali.
Dopo un breve soggiorno in Sicilia torna a Roma per sposare Giulia Candori, ma lui ha un animo da giramondo unito all'irrequietezza dell'arte e lei non condivide in alcun modo le sue aspirazioni.
Cambia cognome, partecipa a mostre in tutto il mondo e, se da Roma sogna, Milano, dove si reca sempre più di frequente, lavorandovi nel 1914 come illustratore e stringendo rapporti con i futuristi, dalla città lombarda sogna Parigi.
Nel 1913 vince la medaglia d'oro per l'incisione a Londra, nel 1916 scrive Rinnoviamo la pittura – pittura energetica, dedicato a Umberto Boccioni scomparso in quello stesso anno, testo dove precisa le affinità e le distinzioni con i futuristi e parla di un futurismo innestato al suo temperamento, prendendo le distanze in modo netto dai principi della sua educazione artistica legata alla pittura di paesaggio che sostiene aver cantato “infine il più bel canto del cigno con le radiose tele di Segantini.” Partecipa alla Esposizione Nazionale d'Arte a Brera nel 1915, con il dipinto (trittico) Aspetti della città (Andante - Andante con moto - Crescendo), e nel 1916, esponendovi il dipinto Paesaggio moderno.
Nel 1919 espone in una personale alla Galleria Vinciana di Milano La folla e Fiera, dipinti l'anno prima a Palermo, non più due tentativi, ma quadri che la critica definisce opere complete proprio per i principi enunciati dallo stesso De Francisco nel suo saggio.
A Milano raggiunge la tranquillità lavorativa e il successo, per molti un traguardo da proteggere, ma De Francisco si innamora invece di una giovane artista, Clara Valentini, e con lei alla fine del 1919 fugge in Tunisia. Attratto dal fascino del paese, una delle mete obbligatorie per ogni pittore di un certo livello dell'epoca e, forte dell'appoggio della comunità siciliana che vi risiede, organizza una mostra al Grand Hotel de France di Tunisi.
In perfetta sintonia con la nuova compagna di viaggio e di vita, non può fare altro che raggiungere la meta per eccellenza, Parigi, dove trova le porte aperte ai Salons e le più importanti gallerie gli organizzano personali. Espone allo Splendid Hotel di Deauville e nel 1930 ottiene la “naturalisation” dallo Stato Francese.
Nel tempo la sua pittura continua a mutare e ad evolversi e sono databili alla seconda metà degli anni trenta dipinti di soggetto mistico religioso, nati durante i soggiorni montani a Vezelay, dove più che di una crisi religiosa si può parlare di comunione spirituale con la natura.
Dopo aver sposato Clara Valentini, come Cezanne, Picasso e altri grandi, che nella maturità hanno lasciato Parigi per luoghi meno chiassosi e più tranquilli, nel 1939 si stabilisce a Mentone, dove morirà nel 1969, a tre anni dalla morte della moglie.
da A. M. Comanducci ediz 1962
Nacque a Palermo l'8 novembre 1873. Discepolo di Francesco Lojacono. Pittore e illustratore garbato di novelle e romanzi e come tale apprezzato dai direttori delle maggiori riviste italiane. Son ben considerate le sue acqueforti che ritraggono spesso i quartieri suburbani, la vita della città operaia, il pittoresco errare delle baracche zingaresche. Tra le sue opere ricordiamo: "Il Pigmalione"; "Nerone"; "S. Paolo che si difende innanzi ad Agrippa". Alcuni anni or sono vinse il concorso nazionale pel Premio di Roma. Alla IV Biennale Veneziana aveva esposto una "Testa al vero" (sanguigna). Alla Mostra dell'Incisione Italiana a Londra nel 1916 aveva esposto diverse acqueforti: "Piroscafo in demoliizone", "Vecchia casa", "Espressione dinamica", "Accampamenti di zingari", "Espressione in movimento".
Bibliografia
A.M. Comanducci - Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni - II ediz. Milano 1945
A.M. Comanducci - Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni e contemporanei - III ediz. Milano 1962
L. Servolini - Dizionario illustrato incisori italiani moderni e contemporanei - Milano 1955
Thieme Becker - Kunstlerlex - 1916
H. Vollmer - Kunstlerlex - 1955
Pagine d'Arte - 1917
Emporium - 1916