Rinaldo Carnielo

Carnielo Rinaldo

Bosco Montello, Biadene - Treviso 1853 / Firenze 1910

Scultore
Biografia

da Anglo De Gubernatis - Dizionario degli Artisti Italiani viventi - 1889

Valente scultore veneto, residente a Firenze ove è professore corrispondente dell'Accademia di Belle Arti. Nacque a Bosco Montello-Biadene, provincia di Treviso, il dì 11 febbraio 1853. Figlio di un emigrato, fece i suoi primi studi d'ingegnere in varie città d'Italia, poi lasciò l'Istituto Tecnico ad insaputa del padre, si pose a frequentare la scuola di disegno pratico istituita a Padova dal marchese Pietro Selvatico, fingendosi legnaiuolo per esservi ammesso. Le condizioni della famiglia sua facendosi ognor più tristi, venuto col padre a Firenze nel 1870, entrò nell'Accademia di Belle Arti di questa città, ed ivi si trattenne sette mesi, studiando sotto il professor Aristodemo Costoli. Morto questo, egli, per circa un anno, studio da sè, visitando le gallerie, e, facendo per commissione del signor Handicastle alcune piccole figure in marmo, ritrasse tanto da pagare la somma occorrente per fare il volontariato. Terminato l'anno, aprì studio ed eseguì dapprima una grande quantità di bozzetti e figurine che distruggeva via via, per rifarne altre e così passò qualche tempo producendo poco e studiando molto, esponendo in tre o quattro anni tre soli lavori, cioè due medaglioni in bassorilievo e una testa in terracotta, che furono premiati e venduti. Gli amici e gli artisti lamentavano che il Carnielo non producesse nulla, quando nel 1876 fu colpito dalla disgrazia della morte del padre e si trovò a capo di una famiglia numerosa e priva di beni di fortuna. Allora egli comprese che doveva darsi al lavoro, e con quel poco che ritraeva da certi suoi piccoli lavori, provvide, in unione col fratello, al mantenimento della famiglia, e mercè la raccomandazione di Giovanni Duprè potè avere uno studio all'Accademia. Ivi con l'unica somma che possedeva e che ammontava, dicesi, a dieci Lire, comprata la creta e, ridottala da sè, adatta a modellare, cominciò alacremente a lavorare. Privo di denaro per pagare i modelli e più, nell'impossibilità di trovarli adatti a rappresentare il soggetto che egli voleva trattare, approfittò dell'affezione che per lui nutriva il prof. Giovanni Paganucci, insegnante Anatomia pittorica, per recarsi all'ospedale ove avendo rivolta preghiera al detto professore perchè lo avvertisse se vi erano etici morenti all'ospedale, ebbe mezzo di studiare e trasfondere nella creta quanto egli aveva veduto ed osservato. In tal guisa, chiuso nel suo studio, senza l'aiuto ed il consiglio di alcuno, permettendo solo a qualche giovane amico di penetrarvi, a condizione che si ponesse due ore a modello per studiare il panneggiato, dopo tre mesi di tempo condusse a fine ed espose il suo "Mozart morente". Questa statua suscitò subito viva polemica, poichè mentre il Duprè la qualificava una bestiolina, Augusto Rivalta un morto di due mesi cascante a pezzi, la Commissione incaricata di aggiudicare il premio governativo, composta di Domenico Morelli, Roberto Bompiani, Emilio De Fabris, Odoardo Tabacchi ecc. la trovò invece opera degna di encomio, tantochè lo stesso Morelli baciava il giovane artista, domandandogli se aveva concorso, poiché egli lo avrebbe proposto per il premio. Esposto al pubblico il "Mozart", destò una viva impressione; ed inviato a Parigi alla Esposizione piacque tanto che venne acquistato dal governo francese e trovasi oggi al Lussemburgo. Dopo questo lavoro, il Carnielo ebbe varie commissioni, ed espose a Roma i suoi lavori "Dio! non posso pregare"; "L'onda"; e "Un Castellano". Il primo, stupenda figura di un frate, accasciato sull'inginocchiatoio della cella, è opera piena di sentimento; il secondo rappresentante una giovane donna nuotante è opera sensuale, e voluttuosa senza pari; ed il terzo è maschia e vigorosa opera che fu più volte tradotta in marmo ed in bronzo. Fece poi "Un Angiolo" a guardia della tomba dei principi Woronzoff-Schuwaloff, che trovasi a Montmartre. E' suo uno degli apostoli per la facciata del Duomo: "San Simone", e tra gli altri suoi lavori trovansi: "L'innominato"; "La bagnante"; "L'angelo a tutela della tomba"; "Messalina", mezzafigura; alcuni bassorilievi, due medaglioni doppi rappresentanti "Le quattro stagioni"; alcune "Madonne". Ultimamente prese parte egli pure al concorso pel "Monumento ad Ugo Foscolo" e da vari anni ha scrittura con la fonderia Carradori di Pistoia, alla quale ha fornito un numero considerevole di modelli di vasi decorativi ed altri lavori, nei quali il suo talento artistico, fecondo ed originale, si manifesta ampiamente.

Bibliografia

A De Gubernatis - Dizionario artisti italiani viventi - 1889



 

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