Cesare Uva

Uva Cesare

Avellino 1824 / Napoli 1886

Pittore
Biografia

Il padre Mariano era ornamentista. Agli studi della pittura, tuttavia, poté accingersi tardi a causa delle ristrettezze economiche della famiglia. Solo nel 1850, infatti si iscrisse al Real Istituto di Belle arti di Napoli, avendo ricevuto il pensionato provinciale, per i meriti riconosciutigli alla Mostra d’Arte Irpina del 1848, in cui espose l’opera "Albero invecchiato". Nel 1855 esordì esponendo l’opera "Veduta di Avellino con ponte" alla Mostra Borbonica di Napoli. Nel 1862 eseguì "Festa al Chiatamone" ora al Museo Correale di Sorrento. Nello stesso anno presentò alla Promotrice partenopea "La foresta nera" e "Paesaggio".

Quando tornò ad Avellino, dopo aver completato gli studi al Real Istituto d’Arte di Napoli, Errico Capozzi divenne il suo mecenate.

Nel 1863 eseguì "Carrara" e "Montagna di Monaco alla prima neve di autunno". Nel 1864 dipinse "Effetti di luna", "Campagna romana", "L’ultima ora del giorno", "Campagna di Paestum"; qualche anno dopo, nel 1877 realizzò tre acquerelli (tecnica in cui egli distinse particolarmente) che espose a Napoli: "L’ultimo giorno a Pompei", "Le acque di Serino" e "Panorama di Pompei".

[autore Consalvo Carelli]Consalvo Carrelli[(autore], nel catalogo delle opere appartenenti alla collezione di Gaetano Ziz, citava due edizioni pittoriche di "Eruzione del Vesuvio" eseguite da Cesare Uva, l’una diurna e l’altra notturna, particolarmente apprezzate da Ferdinando II di Borbone e dall’aristocrazia napoletana.

A Milano, nel 1883, espose "Tramonto" e "Ritorno dalla festa". A lui si devono le "Delizie di Baviera" al Palazzo Reale di Caserta.

Tra le opere ispirate alla sua terra d’origine, l’Irpinia, ricordiamo, oltre la "Veduta di Avellino dalla Ferriera" e la "Veduta di Piazza Libertà", la "Processione di San Guglielmo a Montevergine", che risultò così gradita da Papa Leone XIII da valergli la Croce di Cavaliere della Santa Sede.

"Ritratto dell’abate Raffaele De Cesare" è all’abbazia del Loreto di Mercogliano .

Oltre che pittore, fu ottimo restauratore e si occupò del Teatro comunale e degli affreschi del Palazzo della Prefettura di Avellino.

 

 

da A.M. Comanducci

Nato ad Avellino. Dipinse scene della vita campestre e quadri di soggetto pompeiano. Tentò con successo la pittura a guazzo su cartoncini e su stoffa, e i suoi pregevoli lavori furono apprezzati alla Corte di Ferdinando Il di Borbone, e acquistati dall'aristocrazia napoletana. Si ricordano di lui i quadri: "Le acque del Serino" e "L'ultimo giorno di Pompei", esposti nel 1877 a Napoli; "Una foresta in primavera" (tempera); "Il ritorno dalla festa" e "Un tramonto", presentati a Milano nel 1883.

 



 

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