Adolfo Tommasi
Tommasi Adolfo
Livorno 1851 / Firenze 1933
Painter
Biografia
da A. M. Comanducci
Nato a Livorno il 25 gennaio 1851, morto a Firenze il 5 ottobre 1933.
Dopo un breve periodo di lezioni alla scuola di Carlo Markò jr, si dedicò alla pittura dal vero, fortificandosi sotto la guida di Silvestro Lega, di Telemaco Signorini e di Giovanni Fattori.
Le opere sue, di svariato genere, serbano un'impronta di vivace originalità che suscitò, alle esposizioni del tempo, acerbe critiche e lodi entusiastiche.
Le copie dal vero eseguite con larghezza d'interpretazione, sono, affermò Guido Menasci, «altrettante strofe del quieto poema campestre che si svolge fra i colli toscani».
Buona la tecnica, buoni il disegno e la prospettiva, armoniche le tinte sebbene un po' uniformi.
Sue opere: "Monte Acuto", esposta a Firenze nel 1877; "Dopo la brina" che esposta a Torino nel 1880 sollevò, per la novità del soggetto, censure e ammirazione; "Il fischio del vapore", esposta a Torino nel 1884 ed attualmente nella Galleria d'Arte Moderna di Roma; "Nel parco"; "Dopo il tramonto"; "Un giorno di freddo a Firenze"; "Neve di marzo"; "La raccolta delle olive"; "Via provinciale maremmana"; "Libro aperto"; "Le ore calde"; "Bagno di sole"; "Una via di Cutigliano"; "Vagliatura del grano in montagna"; "Bella riva sull'Arno"; "Sull'aia"; "Lago Scaffaiolo"; "Sull'imbrunire"; "Ponte a Greve"; "Ritorno dal mercato"; "Antignano"; "Caccia ai pettirossi"; "La Cornia"; "Caccia ai germani"; "Strada provinciale genovese"; "La fonte"; "L'uscita dalla messa"; "Ultimi raggi"; "Architettura del '700"; "Mezzogiorno di giugno"; "Dopo un giorno di libeccio".
Poi: "Il canto della sfoglia" e "Paese toscano", esposte a Venezia, alla Prima Biennale; "Tramonto invernale"; "Prime note" e "Nell'ovile" presentate nel 1897 alla successiva Mostra; "Autoritratto", espostovi nel 1899; "Scala"; "Anitra" e "Strada" (pastelli), espostovi nel 1907; "Chiuso di pecore", proprietà di Felice Baragiola (Orsenigo); "Figura", nella raccolta del signor Pietro Ruffini di Milano; due "Paesaggi" e "Lavandaie", nella Galleria d'Arte Moderna di Milano; "Riposo di boscaioli"; "Sole autunnale"; "Buggiano Alto" e "Vele adriatiche", che figurarono nel 1922 alla Primaverile Fiorentina.
da Le Biennali di Venezia - Esposizione 1895 e 1897
Nato a Livorno il 15 Gennaio 1851. Destinato dal padre al commercio, fu tratto all'arte da una prepotente vocazione e nel 1874 passò a studiare pittura a Firenze, sotto Carlo Markò jr.
Lasciò dopo breve tempo tale studio, non piacendogli quel dipinger di maniera, si recò solo in campagna a ritrarre dal vero, e diventò cosi uno dei caldi seguaci del realismo.
Assai discusso fu il suo quadro «Dopo la brinata», vasto campo di cavoli presi dal gelo. Il «Il fischio del vapore», esposto a Torino nel 1884, fu tra le cose migliori di quella Mostra.
A Venezia nel 1887 mandò: «Via provinciale maremmana», «Una tiepida giornata primaverile», a Milano nel 1894 «L'Alzaja» e «La raccolta delle ulive». A Venezia nel 1895 mandò «Il canto della sfoglia» e «Paese toscano».
Il realismo del Tommasi è raggentilito da un mite senso dell'uomo e della natura.
Giovanni Fattori (bio)
Silvestro Lega (bio)
Carlo Markò jr(bio)
Telemaco Signorini (bio)
Nato a Livorno il 25 gennaio 1851, morto a Firenze il 5 ottobre 1933.
Dopo un breve periodo di lezioni alla scuola di Carlo Markò jr, si dedicò alla pittura dal vero, fortificandosi sotto la guida di Silvestro Lega, di Telemaco Signorini e di Giovanni Fattori.
Le opere sue, di svariato genere, serbano un'impronta di vivace originalità che suscitò, alle esposizioni del tempo, acerbe critiche e lodi entusiastiche.
Le copie dal vero eseguite con larghezza d'interpretazione, sono, affermò Guido Menasci, «altrettante strofe del quieto poema campestre che si svolge fra i colli toscani».
Buona la tecnica, buoni il disegno e la prospettiva, armoniche le tinte sebbene un po' uniformi.
Sue opere: "Monte Acuto", esposta a Firenze nel 1877; "Dopo la brina" che esposta a Torino nel 1880 sollevò, per la novità del soggetto, censure e ammirazione; "Il fischio del vapore", esposta a Torino nel 1884 ed attualmente nella Galleria d'Arte Moderna di Roma; "Nel parco"; "Dopo il tramonto"; "Un giorno di freddo a Firenze"; "Neve di marzo"; "La raccolta delle olive"; "Via provinciale maremmana"; "Libro aperto"; "Le ore calde"; "Bagno di sole"; "Una via di Cutigliano"; "Vagliatura del grano in montagna"; "Bella riva sull'Arno"; "Sull'aia"; "Lago Scaffaiolo"; "Sull'imbrunire"; "Ponte a Greve"; "Ritorno dal mercato"; "Antignano"; "Caccia ai pettirossi"; "La Cornia"; "Caccia ai germani"; "Strada provinciale genovese"; "La fonte"; "L'uscita dalla messa"; "Ultimi raggi"; "Architettura del '700"; "Mezzogiorno di giugno"; "Dopo un giorno di libeccio".
Poi: "Il canto della sfoglia" e "Paese toscano", esposte a Venezia, alla Prima Biennale; "Tramonto invernale"; "Prime note" e "Nell'ovile" presentate nel 1897 alla successiva Mostra; "Autoritratto", espostovi nel 1899; "Scala"; "Anitra" e "Strada" (pastelli), espostovi nel 1907; "Chiuso di pecore", proprietà di Felice Baragiola (Orsenigo); "Figura", nella raccolta del signor Pietro Ruffini di Milano; due "Paesaggi" e "Lavandaie", nella Galleria d'Arte Moderna di Milano; "Riposo di boscaioli"; "Sole autunnale"; "Buggiano Alto" e "Vele adriatiche", che figurarono nel 1922 alla Primaverile Fiorentina.
da Le Biennali di Venezia - Esposizione 1895 e 1897
Nato a Livorno il 15 Gennaio 1851. Destinato dal padre al commercio, fu tratto all'arte da una prepotente vocazione e nel 1874 passò a studiare pittura a Firenze, sotto Carlo Markò jr.
Lasciò dopo breve tempo tale studio, non piacendogli quel dipinger di maniera, si recò solo in campagna a ritrarre dal vero, e diventò cosi uno dei caldi seguaci del realismo.
Assai discusso fu il suo quadro «Dopo la brinata», vasto campo di cavoli presi dal gelo. Il «Il fischio del vapore», esposto a Torino nel 1884, fu tra le cose migliori di quella Mostra.
A Venezia nel 1887 mandò: «Via provinciale maremmana», «Una tiepida giornata primaverile», a Milano nel 1894 «L'Alzaja» e «La raccolta delle ulive». A Venezia nel 1895 mandò «Il canto della sfoglia» e «Paese toscano».
Il realismo del Tommasi è raggentilito da un mite senso dell'uomo e della natura.
Giovanni Fattori (bio)
Silvestro Lega (bio)
Carlo Markò jr(bio)
Telemaco Signorini (bio)