Galleria
d'arte Dipinti e sculture '800 e '900

da A. M. Comanducci ediz 1962
Nato a Firenze il 28 aprile 1895, morto il 13 maggio 1957. Figlio di un artigiano d'Oltrarno, cominciò a disegnare ed a dipingere per istinto, ritraendo i costumi del popolo e della malavita. Ardengo Soffici diede alla sua arte consapevolezza e indirizzo. Durante la prima guerra europea, alla quale partecipò, il Rosai fu ferito. Terminato il conflitto pubblicò alcuni libri, e disegni in periodici letterari. Seguì anche, per breve tempo, il movimento futurista. Espose raramente in mostre collettive, più spesso in mostre individuali, e le sue opere sono in pubbliche e private gallerie. Si citano: "Paesaggio toscano", presentato alla Biennale Veneziana del 1928 con "Il riposo"; "I filosofi", collocata nella Galleria d'Arte Moderna di Milano; "Suonatore di chitarra". Alla XXIV Biennale Venenziana (1948) figurava con dieci opere; alla XXV (1950) con cinque opere; alla XXVI (1952) personale con sessantasei opere fra dipinti e disegni; alla XXVII (1954) con cinque opere; alla XXVIII (1956) con un'opera; alla XXIX (1958) gli era allestita una commemorativa con trentun opere. Per lui, per difendere e affermare la sua arte, fu fondato un periodico: "L'Universale". Il suo nome fu spesso segno di accesa polemica. Recarono lume alla comprensione della sua arte le mostre tenute a Firenze, a Milano, a Roma (Quadriennale), a Venezia (Biennale) e alla Galleria Genova, che lo rivelarono ed imposero all'attenzione. Dal 1941 fu titolare della cattedra di Pittura all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Coltivò l'acquaforte e la litografia.