Gennaro Pardo
Pardo Gennaro
Castelvetrano - Trapani 1865 / Castelvetrano - Trapani 1927
Painter
Biografia
da A. M. Comanducci
Nato a Castelvetrano il 14 aprile 1865, mortovi il 4 settembre 1927.
Incitato da Francesco Lojacono, che lo ebbe poi tra i suoi discepoli, abbandonò la professione d'avvocato, per la quale si era già avviato, per la pittura.
Entrò nell'Istituto di Belle Arti napoletano quando le dottrine di Domenico Morelli e di Filippo Palizzi trionfavano sull'accademismo.
Seguì gli insegnamenti dei suoi maestri; e come paesista può derivare dal Palizzi, come pittore di soggetti storici dal Morelli e da Bernardo Celentano.
Ritrasse di preferenza i ruderi, il mare, le contrade della nativa Sicilia.
Troppo modesto, non ebbe forse il riconoscimento che il suo valore meritava.
Delle sue opere si ricordano: "Campagne di Castelvetrano"; "Marina di Selinunte"; "Giardino"; "Rovine di Selinunte"; "Marinella"; "Spiaggia con rocce"; "Scirocco"; "Arco"; "Bosco"; "Il vaso di Pandora" (sipario per il teatro di Castelvetrano); "San Giovanni in carcere" e vari studi ove sempre si delinea l'amore dell'artista per la natura.
Partecipò a parecchie mostre della Promotrice «Salvator Rosa» di Napoli, ed espose a Palermo "Le braccia che non combattono", e a Milano, nel 1906, alla Mostra tenutasi per l'inaugurazione del nuovo Valico del Sempione, "Dall'Acropoli".
Francesco Lojacono (bio)
Domenico Morelli (bio)
Filippo Palizzi (bio)
Nato a Castelvetrano il 14 aprile 1865, mortovi il 4 settembre 1927.
Incitato da Francesco Lojacono, che lo ebbe poi tra i suoi discepoli, abbandonò la professione d'avvocato, per la quale si era già avviato, per la pittura.
Entrò nell'Istituto di Belle Arti napoletano quando le dottrine di Domenico Morelli e di Filippo Palizzi trionfavano sull'accademismo.
Seguì gli insegnamenti dei suoi maestri; e come paesista può derivare dal Palizzi, come pittore di soggetti storici dal Morelli e da Bernardo Celentano.
Ritrasse di preferenza i ruderi, il mare, le contrade della nativa Sicilia.
Troppo modesto, non ebbe forse il riconoscimento che il suo valore meritava.
Delle sue opere si ricordano: "Campagne di Castelvetrano"; "Marina di Selinunte"; "Giardino"; "Rovine di Selinunte"; "Marinella"; "Spiaggia con rocce"; "Scirocco"; "Arco"; "Bosco"; "Il vaso di Pandora" (sipario per il teatro di Castelvetrano); "San Giovanni in carcere" e vari studi ove sempre si delinea l'amore dell'artista per la natura.
Partecipò a parecchie mostre della Promotrice «Salvator Rosa» di Napoli, ed espose a Palermo "Le braccia che non combattono", e a Milano, nel 1906, alla Mostra tenutasi per l'inaugurazione del nuovo Valico del Sempione, "Dall'Acropoli".
Francesco Lojacono (bio)
Domenico Morelli (bio)
Filippo Palizzi (bio)