Giuseppe Carnelli
Carnelli Giuseppe
Bergamo 1838 / Bergamo 1909
Painter, Decorator, Graphics designer
Biografia
da A.M. Comanducci ediz 1962
Nato a Bergamo il 5 novembre 1838 e quivi morto il 2 dicembre 1909. Apprese i primi elementi della pittura dal padre Giovanni Carnelli, e frequentò poi l'Accademia Carrara della sua città, allievo di Enrico Scuri. Vinse parecchie medaglie nei corsi annuali della scuola ed una medaglia alla Prima Esposizione Italiana di Firenze nel 1861, dove concorse con un quadro a soggetto religioso. Non ebbe grande fantasia, ma una vasta cognizione della tecnica pittorica. Trattò con uguale facilità la tempera, l'affresco e la pittura ad olio. Uno dei suoi migliori quadri fu "La lattaia", esposto al Salone di Parigi. Affrescò chiese e cappelle di villaggi, ed anche santuari vastissimi. Sono da ricordare gli affreschi nella parrocchiale di Piazzolo in Val Brembana e i medaglioni della volta del Duomo di Bergamo (1886). Eseguì "L'Assunta", per la parrocchiale di Brignano; "La caduta della manna" e "Il Cenacolo", per Lurano; la "Morte di S. Giuseppe" per Albino, due medaglioni per il duomo di Bergamo e una "Santa Maria Martinengo", per Milano, nel 1900. Coprì di affreschi il presbiterio di Sant'Angelo Lodigiano, come pure la villa già Luiselli ad Almè. Dalla fabbriceria della chiesa di Valverde ebbe la commissione per una serie di "Figurazioni della Morte". Ebbe nel figlio Dante Carnelli un continuatore della sua arte. Ma la morte lo rapì ancora in giovane età. La Galleria dell'Accademia Carrara in Bergamo conserva "Selene e Endimione".
Bibliografia
A.M. Comanducci - Pittori italiani dell'Ottocento - Milano 1934
A.M. Comanducci - Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni - II ediz. Milano 1945
A.M. Comanducci - Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni e contemporanei - III ediz. Milano 1962
E. Somarè - Storia della pittura italiana dell'Ottocento - Milano 1934
Eco di Bergamo - 1957
Illustrazione Italiana - 1909
Emporium - 1910
Chronique des Arts - 1910
Galletti e Camesasca - Enciclopedia della pittura italiana