Domenico Aspari

Aspari Domenico

Milano 1745 / Milano 1831

Pittore, Incisore
Biografia

Nato in una famiglia di modeste condizione economiche non può permettersi di seguire un regolare corso di studi, ma grazie ad alcuni benefattori riesce a frequentare l'Accademia di Parma dove insegnano Giuseppe Baldrighi e Biagio Martini.
Nel 1776 anno della fondazione dell'Accademia di Brera, ottiene grazie all'interessamento di Carlo Giuseppe di Firmian, che ne conosce le capacità artistiche e le precarie condizioni economiche, la cattedra di disegno, incarico che mantiene fino al 1826.
Escludendo il periodo di studio a Parma non lascia mai Milano, città che raffigura in numerosissime incisioni rappresentandone vedute e dettagli oggi importante documento non solo artistico ma storico.
Conosciuto prevalentemente come incisore, le notizie sulla sua attività pittorica non sono molte: a Parma ha lavorato alle decorazioni del palazzo ducale, e a Milano ad opere sacre in varie chiese.
Il dipinto più conosciuto è sicuramente l'autoritratto conservato all'Accademia di Brera, tela dalla quale emerge tutta la capacità pittorica di un artista, forse ancora poco studiato, che nulla avrebbe da invidiare al noto concittadino Andrea Appiani sr.


da A. M. Comanducci ediz 1962

Nato a Olivone (Milano) il 4 agosto 1745 morto a Milano l'8 aprile del 1831.
Studiò all'Accademia di Parma col sussidio di alcuni benefattori e dopo un periodo di brillanti saggi vinse il premio del nudo.
Perfezionò lo studio del colore col pittore Valdrighi e in questo frattempo decorò, per commissione, il Palazzo Ducale di Parma.
Tornato a Milano fu nominato professore di figura all'Accademia di Brera (che fu inaugurata sotto il Governo austriaco) e coprì tale carica per cinquant'anni.
Alla Pinacoteca di Brera a Milano trovasi "Autoritratto"; una "Madonna con Santi" è conservata nella chiesa di Osnago.
Si dedicò con maggior successo all' acquaforte (con bulino e puntasecca), eseguendo, tra l'altro, le tavole per la "Storia delle Arti e del Disegno" del Winchelmann e vedute della città di Milano. Su queste ultime il Fumagalli scrisse: "Le vedute milanesi sovrastano alle romane (di Giambattista Piranesi) per maggior varietà e regolarità di tratti, per arie più condotte e più pittoresche, pel frondeggiar degli alberi e per figure accessorie".
Il 17 settembre 1826 ebbe la medaglia d'oro dal Governo.



Bibliografia

A.M. Comanducci - Pittori italiani dell'Ottocento - Milano 1934
A.M. Comanducci - Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni - II ediz. Milano 1945
A.M. Comanducci - Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni e contemporanei - III ediz. Milano 1962
L. Servolini - Dizionario illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei - Milano 1955
Galletti e Camesasca - Enciclopedia della pittura italiana
Thieme Becker  - Kunstlerlex - 1908
Atti dell'Istituto Regio Accademia di Belle Arti in Milano - Milano 1840
L. Beltrame - Le ultime vedute di Milano di Domenico Aspari - Milano 1912
Caimi - Delle arti del disegno, ecc
Enciclopedia Italiana Treccani - 1929



 

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