Gino Severini

Severini Gino

Cortona - Arezzo 1883 / Parigi 1966

Pittore, Mosaicista, Decoratore
Biografia

Nel 1928 partecipa alla XVI edizione della Esposizione Internazionale Biennale d'Arte della Città di Venezia esponendovi "Natura morta", "Maternità de La Roche" e "Natura morta" ed è presente con continuità alle edizioni successive alla XXV del 1950 partecipa con una sala, la 35, interamente dedicata a lui. Nel 1931 espone alla Ia edizione della Mostra Quadriennale d'Arte Nazionale al Palazzo delle Esposizioni di Roma il dipinto "Gruppo di cose vicine e lontane", mostra alla quale è ancora presente con continuità fino alla V edizione del 1948 ed ancora alla VII del 1956, alla X edizione del 1966.

Dall'Archivio della Biennale di Roma:

Studia a Cortona quando, a quindici anni, per una ragazzata è espulso da tutte le scuole del Regno. Si trasferisce nel 1899 con la madre a Roma dove lavora come contabile. Frequenta la scuola serale di disegno agli “Incurabili” a cui segue poi un periodo di formazione da autodidatta. Conosce Boccioni e decide di dedicarsi unicamente alla pittura. Apprende i rudimenti della tecnica divisionista nello studio di Giacomo Balla, da poco tornato da Parigi. Nel 1906 compie il primo viaggio nella capitale francese, qui incontra Modigliani e Max Jacob. Nel 1910 è tra i firmatari, insieme a Balla, Boccioni, Carrà e Russolo del Manifesto della pittura futurista. L’anno successivo il gruppo dei futuristi è a Parigi ed è lo stesso Severini a introdurre i compagni nello studio di Picasso. È presentato da Marinetti alla Closerie des Lilas dove conosce Gleizes, Metzinger, Léger, Gris, Brancusi e il poeta Paul Fort di cui, nel 1913, sposa la figlia Jeanne, testimoni di nozze sono Apollinaire e Marinetti. Nel 1913 tiene la sua prima personale alla Marlborough Gallery di Londra e nel 1917 espone alla Stieglitz di New York. Si appassiona allo studio della matematica e della geometria descrittiva, che approfondisce con Raoul Bricard. Si lega nel 1919 alla Galleria L’Effort Moderne di Léonce Rosemberg. Nel 1921 riceve le prime di una lunga serie di commissioni per lavori ad affresco e mosaico per edifici pubblici e privati e nello stesso anno pubblica a Parigi "Du cubisme au classicisme". Nel 1935 ottiene il I premio per la pittura alla Quadriennale di Roma. Torna in Italia dove rimane fino al 1946 e pubblica alcuni saggi sull’arte e una parte della sua autobiografia. Nel 1950 riceve il premio di pittura alla Biennale di Venezia e nel 1960 il premio nazionale delle arti cui fa seguito una grande antologica a Roma allestita a Palazzo Venezia. L’Accademia di San Luca gli conferisce il premio per la pittura nel 1964.



 

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