Salvatore Albano

Albano Salvatore

Oppido Mamertina - Reggio Calabria 1839 / Firenze 1893

Scultore
Biografia

da Angelo De Gubernatis - Dizionario degli Artisti Italiani viventi - 1889

Scultore geniale nato ad Oppido Mamertina, provincia Reggio di Calabria, il 29 maggio 1841, residente in Firenze, ove il suo studio è de' più visitati, ed ove ferve continua l'opera del maestro e de' suoi assistenti. Nato di umile condizione, per forza di volontà e natural talento, si condusse, con lavoro assiduo, alla presente agiatezza. La genialità, la disinvoltura, la naturalezza distinguono particolarmente l'opera di questo scultore potente, rapido nel concepire, ugualmente pronto nell'eseguire, capace di forza e di grazia nel tempo stesso e forse nella stessa misura. Le sue statue sono tutte palpitanti di vita; modellatore invidiabile dà alle carni modellate una singolare trasparenza, motivo per cui le sue statue, di donne specialmente, sono ricercatissime dagli Americani. Avrebbe genio per creare cose grandi ma il disamore dell'arte vera, e la sola odierna cura della decorazione artistica e quasi industriale, lo obbligano spesso a lasciar da parte i soggetti grandiosi e poetici, per seguire il gusto del tempo, che vuole appagato l'occhio ed il senso più che il vero sentimento.

Salvatore Albano incominciò col fare nel suo paese le figure del presepio di Natale, e altre statuette in legno. In età di diciannove anni, per una pubblica sottoscrizione dei suoi concittadini, fu mandato con una pensione a studiare a Napoli. Fece i primi studii di disegno e modellatura con lo scultore cavalier Giuseppe Sorbilli, calabrese. Dopo un anno, passò all'Accademia presso il commendator Tito Angelini, che gli fece più tosto da padre che da maestro; ed in tutti i concorsi dell'Accademia, il giovine scultore riportò sempre il premio. Intanto che, nell'anno 1864, Salvatore Albano modellava nel suo studio un gruppo in marmo, metà del vero, rappresentante il "Conte Ugolino", venne a visitarlo Tommaso Salvini, il grande attore, e gli declamò il Canto del Conte Ugolino; il giovine scultore condusse allora, con più felice ispirazione, a compimento l'opera sua che venne tosto acquistata dal marchese Agostino Sergio, nel palazzo del quale si conserva tuttora. Nello stesso anno, espose alla promotrice una statua intitolata "Lagrime e fiori". E' una ragazza che piange e sparge fiori sopra una tomba; fu molto lodata, e inspirò qualche poesia; ma rimase invenduta nello studio dell'artista, ove si trova tuttora. L'anno precedente per il concorso di perfezionamento a Roma, egli aveva presentato un modello in creta rappresentante "David che suona la cetra per calmare l'ira di Saul", su ventidue concorrenti, gli fu assegnato il terzo posto; egli credeva, in buona coscienza, di meritare il primo premio, e, in un movimento di sdegno, assestò alla creta un pugno, di cui rimane tuttora l'impressione nel gesso. Se ne fece allora qualche rumore nei giornali; il principe Umberto che stava, in quel tempo, a Napoli, e che avea visitato e incoraggiato il giovine artista, informato del fatto, dava all'Albano la commissione di fare un "Mosè sdegnato che spezza le tavole della legge"; e la statua eseguita in marmo trovasi ora a Capodimonte. L'anno 1865, in un concorso scolastico dell'Accademia, ebbe il primo premio per "Un Cristo nell'orto"; nello stesso anno, la Provincia di Reggio gli assegnava per tre anni una pensione di sessanta Lire, seguito ad un concorso vittorioso per un modello in gesso, rappresentante "Calipso abbandonata da Ulisse", che trovasi ora nel palazzo della Prefettura di Napoli. Nel 1866, espose un "Masaniello" due terzi del vero, che trovasi in quella Accademia. In ogni altro concorso riportò sempre il premio. Ripresentatosi nell'anno 1867, al concorso di Roma, lo vinse con un bozzetto estemporaneo: "La risurezzione di Lazzaro" e con la statua del "Caino", che trovasi all'Accademia di Napoli. Avendo l'obbligo di recarsi a Roma od a Firenze, egli avrebbe subito prescelto Firenze, ma non potè condursi in questa vera culla delle arti gentili prima del marzo 1869. Intanto egli aveva condotte a compimento un'"Eva", un busto di "Gioachino Rossini" e parecchi ritratti. In Firenze ebbe tosto commissioni, le quali si moltiplicarono poi con buon successo crescente.

Citiamo: nel 1870, un'"Arianna abbandonata" per un marchese della Cava de' Tirreni, al quale fu presentato dalla poetessa Giannina Milli; nel 1872, "Il Genio di Michelangiolo" per il barone di Talleyrand riprodotto da prima per l'Oppenheim di Londra, e quindi altre dieci volte; una piccola "Venere Mendicante" per il Duca di Dino; nel 1873, il monumento al deputato Frascara per la cripta di Sezzé presso Alessandria, rappresentante un "Genio piangente con figura muliebre"; nello stesso anno il "Genio della rimembranza" pel signor Gordon Bennett, il celebre editore del New York Herald riprodotto due volte, l'una per Madrid commesso dal marchese La Fuente, l'altra pel signor E. Tate di Londra; "La Preghiera"; "Il Sonno e l'Amore" inspirato dalle Orientales di Victor Hugo, per lo stesso signor Tate; "Il Sogno felice" statua eseguita pel signor Horn di Breslau, riprodotta altre tre volte pel signor Maquay di Boston, pel signor H. Tate di Londra e per la Russia. Seguì "La Schiava" che adorna ora un salotto del palazzo del commendatore Borg de Balzan in Firenze, riprodotta pel colonnello Legrand Canon di Nuova York; "Vanni Fucci" inspirato dall'Inferno di Dante, opera di grande maestria, che venne premiata con medaglia d'oro insieme con uno studio anatomico potente, rappresentante "La Vecchiaia" al Salon di Parigi del 1878. Il "Vanni Fucci" trovasi ora al Museo Metropolitano di Nuova York. Seguirono una "Margherita" pel colonnello Scott di Filadelfia; un "Mefistofele"; "Gli Angeli ribelli" stupendo gruppo che fu esposto in gesso a Torino e che ora si eseguisce in marmo; "La Pescatrice", statuetta in bronzo, riprodotta tre volte; "Le due lottatrici", grazioso gruppetto in bronzo, che trovasi presso il gen. Bertole Viale, ripetuto quindi tre volte; "Rebecca" statua eseguita in bronzo per Filadelfia; "Cristo in Croce", mirabile bronzo che inspirò un sonetto di Angelo De Gubernatis e fu esposto al Salon di Parigi; "Frine"; "Olimpia"; "Una bagnante"; "Il Sonno nell'hamak"; "La Poesia"; "Titania"; "Amore e Psiche" eseguito due volte per Nuova York e per Londra; il "Monumento Ruva" per la stazione d'Ancona; l'"Angiolo" pel cimitero di Oppido Mamertino, sulla tomba di sua madre; il monumento "Al Generale Mac Gregor" pel San Paolo di Londra; il monumento "Al conte Mazzagatto"; il monumento "Al cavalier Bigatti" nel camposanto di Milano; e un monumento nazionale in preparazione, concepito ed eseguito con molto spirito dal titolo: "I Nostri Bambini" e che potrà dirsi il monumento della conciliazione tra l'Italia ed il Vaticano quando diventi possibile; un chierichetto alzandosi sulla punta de'piedi sta scrivendo sopra un muro: Viva Roma Capitale d'Italia.

Salvatore Albano concorse pure nello scorso giugno (1889) con due bozzetti pel monumento ad Ugo Foscolo, ma fallì alla prova.

Bibliografia

A De Gubernatis - Dizionario artisti italiani viventi - 1889



 

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